E a Lugano spunta il tesoretto da 30 milioni
LUGANO / GENOVA - Davide Enderlin non c'era, ieri, all'udienza preliminare genovese del processo Carige. Il consigliere comunale di Lugano è indagato, assieme ad altre nove persone, e accusato di avere un ruolo nelle maxi truffa all'istituto bancario. Per la precisione le accuse che pendono sul capo di Enderlin riguardano il suo presunto coinvolgimento in una rete transnazionale di professionisti che ha permesso all'ex presidente di Carige, Giovanni Berneschi, e al suo braccio destro Ferdinando Menconi, di riciclare milioni di euro in Svizzera. Le imputazioni a suo carico - come riportano oggi diversi media -, sono di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio.
Le indagini condurrebbero, per la precisione, a Lugano, dove sarebbe stato scovato un capitale da circa 30 milioni di euro che porterebbe a Berneschi.
Enderlin, insomma, avrebbe contribuito a spostare in Svizzera il provento della truffa, attraverso una rete di società anonime di cui era a capo in veste di amministratore unico. E se Berneschi, per il momento, disconosce i capitali nascosti al fisco, Enderlin probabilmente chiederà il processo, rinunciando allo sconto del rito "abbreviato".