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CANTONEEcco i milioni contraffatti che attraversano la frontiera

22.01.15 - 06:02
Per ogni truffa ripdeal sventata in dogana, finiscono sotto sequestro diverse migliaia di banconote finte
Ecco i milioni contraffatti che attraversano la frontiera
Per ogni truffa ripdeal sventata in dogana, finiscono sotto sequestro diverse migliaia di banconote finte

LUGANO - Oltre un milione e mezzo di franchi disposti sul tavolo. Fanno gola. Peccato che le 1’525 banconote da mille franchi siano tutte contraffatte. Sono state accuratamente stampate (a colori e quasi tutte fronte retro) e poi ritagliate. Ma tutte riportano la dicitura ‘fac-simile’. “Una misura che i malintenzionati adottano con la speranza di non avere problemi nel caso che vengano scoperti dalle autorità” ci spiega Davide Bassi, responsabile relazioni pubbliche del Corpo guardie di confine della Regione IV, mostrandoci il ‘bottino’ di una delle truffe ripdeal sventate ai valichi ticinesi. “La vittima – continua – non si rende conto della dicitura, poiché questa resta coperta dalla fascetta che lega le mazzette. Inoltre lo scambio dei soldi avviene rapidamente e con abilità”.

Ma sono migliaia le banconote contraffatte che vengono scovate alla frontiera. “In ogni episodio ne recuperiamo per un valore fittizio di circa due milioni di franchi o soprattutto euro”. Soltanto negli ultimi due casi del 2014 si trattava, infatti, complessivamente di oltre tre milioni. E in genere nella vettura fermata si trova anche il cassone che viene utilizzato per il ripdeal (per mettere a segno la truffa all’interno vi si nasconde un complice, che scambia i soldi veri con quelli contraffatti): “Il mobile viene smontato e i singoli pezzi vengono nascosti in varie borse” spiega ancora Bassi.

“Spesso i truffatori sono tre, di cui due indossano abiti più eleganti – aggiunge – mentre uno ha un abbigliamento più sportivo ed è di corporatura più piccola”. È quest’ultimo che, nella truffa vera e propria, si nasconde infatti nel mobile. “Alla vittima, che in genere viene incontrata in una stanza d’albergo, vengono mostrate alcune mazzette di soldi veri, che poi vengono messe nel cassetto”. A quel punto il complice nascosto fa sparire le banconote vere. “Nel momento in cui viene completata la transazione, tutto avviene molto velocemente, la vittima non si accorge subito della truffa”.

Pare comunque che non sempre gli episodi di ripdeal vengano denunciati, in quanto spesso già la transazione in sé (acquisto di valuta a un cambio particolarmente favorevole, vendita di pietre preziose o altro) non risulta essere un’operazione pienamente lecita.

Truffatori a processo – Era finita in manette lo scorso giugno l’accoppiata di 47 e 44 anni che il prossimo 27 gennaio comparirà davanti a una Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, per una serie di truffe ripdeal, in Svizzera e all’estero. I due, patrocinati dagli avvocati Chiara Buzzi e Laura Canevese, dovranno rispondere di truffa qualificata in parte tentata, complicità in truffa e riciclaggio di denaro. In aula l’accusa sarà rappresentata dal procuratore pubblico Paolo Bordoli.

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