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“Ho rinunciato ai sussidi, volevo un rustico riciclato”

CAVERGNO “Ho rinunciato ai sussidi, volevo un rustico riciclato”

22.12.14 - 06:31
La storia: dopo 5 anni di duro lavoro, il 77enne Milton Dalessi ha quasi terminato la sua casetta interamente realizzata con materiale di seconda mano
Ticinonline/d.r.
“Ho rinunciato ai sussidi, volevo un rustico riciclato”
La storia: dopo 5 anni di duro lavoro, il 77enne Milton Dalessi ha quasi terminato la sua casetta interamente realizzata con materiale di seconda mano

CAVERGNO - Ha rinunciato a 65.000 franchi di sussidi statali per restare coerente alla sua idea. Milton Dalessi, 77enne di Cavergno, ex parrucchiere per signora, quella stalla nel nucleo del villaggio la voleva riattare a modo suo. Senza ordini o direttive da parte del Cantone. Ma soprattutto utilizzando esclusivamente materiale di seconda mano. Detto e fatto. Dopo oltre 5 anni di duro lavoro il suo rustico riciclato è praticamente pronto. E ora se la ride. “All’inizio dicevano tutti che ero matto e che non avrei mai trovato il materiale necessario. Invece adesso mi fanno i complimenti”.

Milton è cresciuto in una famiglia di undici fratelli, tra mille sacrifici. “Non si potevano fare follie, ci si doveva accontentare, sono diventato grande imparando a non sprecare e a trovare soluzioni per potere tirare avanti. È una filosofia che mi contraddistingue ancora oggi”. E infatti il rustico di Cavergno, suo villaggio natale, lo ha interamente sistemato ripiegando su materiale che i suoi compaesani stavano per gettare via. “Il camino, la cucina, le finestre, le travi, le porte, le ringhiere, gli armadi... Tutto ha già avuto una ‘vita precedente’. Sono tra quelle mura giorno e notte per dare una nuova opportunità a oggetti del passato”.

Ci scherza su, Milton. “Ho avuto la fortuna di iniziare questa follia nel momento giusto. Perché con le norme di oggi probabilmente mi avrebbero bloccato”. Mancano solo i ritocchi. E poi quella che una volta era una stalla diventerà una suggestiva casa di vacanza. “Mi sento come se avessi realizzato un’opera d’arte. Unica nel suo genere. Credo di dovere dire grazie a tutti quelli che mi hanno regalato qualcosa. E anche a mia moglie, che mi ha sopportato. Le mogli vanno sempre ringraziate”. 

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