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LUGANOIl bagnino aggredito contro la Procura: "Così vince il delinquente"

19.12.14 - 08:35
Parla il bagnino che era stato aggredito al Lido di Lugano. Il ricorso che aveva presentato finirà per essere respinto. Lo sfogo: "Non vorrei arrivare a non poter rispondere delle mie azioni"
Il bagnino aggredito contro la Procura: "Così vince il delinquente"
Parla il bagnino che era stato aggredito al Lido di Lugano. Il ricorso che aveva presentato finirà per essere respinto. Lo sfogo: "Non vorrei arrivare a non poter rispondere delle mie azioni"

LUGANO - «Da quel giorno la mia vita è cambiata totalmente. Non ho più un lavoro e tiro avanti con l'aiuto di mia moglie». Rabbia, risentimento, delusione. M.K., l'ex bagnino del Lido di Lugano aggredito da un giovane bagnante nell'estate del 2009 non si dà ancora pace. Il ricorso che aveva inoltrato nel 2012 contro la condanna di una pena pecuniaria di 2'700 franchi inflitta al suo aggressore, verrà molto probabilmente cestinato dalla neo procuratrice pubblica Pamela Pedretti, che in questi giorni ha già respinto le istanze probatorie. Un probabile non luogo a procedere, insomma, per una vicenda che ha lasciato segni indelebili sull'uomo: danni permanenti alla testa che gli impediscono di riprendere un'attività lavorativa.

«Se davvero dovesse succedere che la Procuratrice Pubblica abbandoni il caso confermando la condanna con una pena pecuniaria non vorrei arrivare a non poter rispondere delle mie azioni. È brutto dirlo ma purtroppo lo Stato non mi lascia altra possibilità. Una sentenza di questo genere non fa altro che difendere delinquenti e malavitosi che così vengono trattati molto meglio delle vittime». Il suo aggressore tra l'altro è un volto noto alla giustizia ticinese. Prima di picchiare il bagnino, aveva alzato le mani anche contro un altra persona. Negli scorsi giorni è finito di nuovo davanti agli inquirenti in quanto trovato in possesso di sostanze stupefacenti.
Il bagnino è intenzionato a scrivere nei prossimi giorni una lettera al direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, e al Procuratore Generale John Noseda, ai quali chiederà di intervenire sull'intera vicenda, «altrimenti - minaccia - mi dovranno arrestare perché ho intenzione di risolvere a modo mio e nessuno mi può fermare oltre la prigione».

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