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CONFINE / CANTONEDuplice delitto di Brusio, la difesa vuole il processo in Svizzera

17.12.14 - 08:39
Senza premeditazione il delitto non sarebbe stato organizzato in Italia, quindi non sarebbe giustificata lì la giurisdizione processuale
tipress
Duplice delitto di Brusio, la difesa vuole il processo in Svizzera
Senza premeditazione il delitto non sarebbe stato organizzato in Italia, quindi non sarebbe giustificata lì la giurisdizione processuale

SONDRIO - Pronunciate lunedì le condanne per gli autori del delitto di Brusio, si torna a parlare della giurisdizione processuale. 

Sì, perché, mentre Ezio Gatti si trova agli arresti domiciliari nella sua casa di Sondrio fino alla sentenza di appello (si presume passi un anno e mezzo), mentre Ruslan Cojocaru è nel carcere di Monza, per il duplice delitto di Zalende, frazione di Brusio - come riferisce Il Giorno -, si parla nuovamente di portare il processo dove è stato commesso l’omicidio, cioè in Svizzera.

Lunedì pomeriggio era stata comunicata la doppia condanna: il moldavo, ritenuto esecutore materiale del duplice delitto e colpevole di tutti i reati, è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno per un anno. Il valtellinese, invece, è stato assolto dall’accusa di porto d’armi, ma condannato per l’omicidio a 21 anni di reclusione.

Questo nonostante a Gatti sia stata riconosciuta l’attenuante per concorso anomalo. Secondo la Corte, in pratica, non aveva ingaggiato Ruslan Cojocaru per uccidere i coniugi Ferrari, ma forse per ottenere del denaro.

Da questo tentativo di estorsione, però, è scaturito l’omicidio, non ritenuto premeditato, ma comunque conseguenza delle sue azioni. L’attenuante riconosciuta a Gatti e l’esclusione, per quanto riguarda Cojocaru, dell’aggravante della premeditazione, rimettono a questo punto le carte in tavola rispetto alla giurisdizione.

I coniugi Ferrari, infatti, furono uccisi il 21 novembre del 2010 nei Grigioni e i legali dei due imputati si sono battuti perché il processo si svolgesse in Svizzera. Tuttavia il pm Luisa Russo, e all’epoca anche il procuratore capo Fabio Napoleone, ha sempre sostenuto la validità della giurisdizione italiana affermando che, se il delitto viene organizzato in Italia, è lì che si deve svolgere il processo, anche se poi è stato consumato oltre confine. La non premeditazione, farebbe cadere questa argomentazione.

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