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LUGANO"Se dicessi che sono pentito nessuno mi crederebbe"

16.10.14 - 20:02
L'ultima parola all'imputato concessa dal giudice. La difesa chiede una lunga pena ma non l'internamento. Sentenza lunedì
"Se dicessi che sono pentito nessuno mi crederebbe"
L'ultima parola all'imputato concessa dal giudice. La difesa chiede una lunga pena ma non l'internamento. Sentenza lunedì

LUGANO - "Tutti gli uomini di questa terra sono giunti alla conclusione della necessità di un patto sociale per difendere gli uomini. Sacro compito del giudice è di ristabilire questo patto sociale".

Ha esordito così, nella sua arringa difensiva, Felice Dafond, il legale difensore d'ufficio del 35enne accusato di una serie innumerevole di abusi sessuali nei confronti di cinque bambine tra il 2010 e il 2013. Nella sua arringa difensiva, avvenuta nella prima serata di giovedì davanti alla Corte delle Assise criminali di Bellinzona in Lugano, l'avvocato ha ammesso la difficoltà nell'affrontare il suo compito di fronte agli aspetti scioccanti di una vicenda che ha scosso l'opinione pubblica ticinese.

“Ha compiuto atti che non riesce a spiegarsi” - L’avvocato ha descritto il difficile percorso, affrontato dall'imputato durante i sei mesi di fase istruttoria dell'inchiesta, per rendersi conto della colpa di cui si era macchiato. E cita il passaggio di un verbale, in cui, durante i sei mesi dell'istruttoria, il suo assistito, a un certo punto, ha dichiarato: "Sapevo quello che facevo ma non riuscivo a fermarmi".

Un uomo, come ha riferito giovedì mattina in aula la dottoressa Alessandra Canuto, che non ha disturbi mentali, ma della personalità. "Ha compiuto atti che non riesce a spiegarsi", ha ripetuto l'avvocato. Legale che ha poi ricordato gli abusi subiti dal suo assistito in età prepuberale, come anche il problema della stimolazione erotica continua dovuta all’assiduo utilizzo di internet, Insomma, il rapporto con la realtà alterato da parte di un soggetto disturbato a livello di personalità.

"Quale futuro immaginarci per una persona del genere?", ha chiesto l'avvocato, che ritiene necessario per il suo assistito un trattamento per "imparare di nuovo i comportamenti, per imparare quello che non ha mai imparato". "L'internamento deve essere ordinato solo come ultima ratio", ha sostenuto Dafond.

“Non internamento, ma trattamento terapeutico” - L’avvocato, condividendo la necessità di una lunga pena detentiva, ha chiesto alla Corte di non decidere per l'internamento, ma per il trattamento terapeutico, anche di tipo farmacologico, da effettuarsi già durante l’esecuzione della pena".

Infine il presidente della Corte, Rosa Item, ha concesso l'ultima parola ai due imputati. La prima a parlare è stata la donna sudamericana:

"Io sono consapevole del male che ho fatto, mi pento di cuore. Mi dispiace tanto che la signora procuratrice non creda al mio pentimento. Prego tutti i giorni per le bambine perché possano superare quello che è successo loro. E' da quasi un anno che sono in prigione e non sono più quella persona fredda e calcolatrice che ero prima. Vi chiedo di darmi una possibilità. Quando uscirò vorrei dimostrare di poter avere una vita. Chiedo mille volte perdono. Per l'amore di Dio, datemi una possibilità. Io saprò cambiare. Cambierà tutto nella mia vita".

Le parole dell’imputato - "Vorrei chiedere scusa a X e alle bambine per il dolore immane che ho causato e di aver loro rovinato la vita. Ho deciso che questi 15 anni di carcere li userò per capire perché ho commesso questi orrori e per poter lavorare sulla mia personalità e ricostruirla. Il senso di colpa c'è, ma sinceramente non posso dire che sia un vero senso di colpa, perché devo elaborare anche questi giorni di processo che mi hanno scombussolato. Non voglio dire che sono pentito quando non lo si è. Quando sarò pronto lo dirò. Nessuno mi crederebbe se dicessi che sono pentito. So di avere commesso dei gravi danni nei confronti delle bambine. Spero di trovare aiuto in carcere per riuscire ad essere una persona nuova”, ha dichiarato il 35enne.

Il dibattimento è sospeso. Le parti sono chiamate alle ore 16 di lunedì, 20 ottobre.

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