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CANTONECon un bus in Ticino per dire no a paghe di 2.000 franchi al mese

17.04.14 - 15:19
Marina Carobbio: "Il 20% dei lavoratori dipendenti nel nostro Cantone guadagna meno di 4.000 franchi, in Svizzera la percentuale scende al 9%". Parte il pullman speciale per il salario minimo
Foto Tipress / Benedetto Galli
Con un bus in Ticino per dire no a paghe di 2.000 franchi al mese
Marina Carobbio: "Il 20% dei lavoratori dipendenti nel nostro Cantone guadagna meno di 4.000 franchi, in Svizzera la percentuale scende al 9%". Parte il pullman speciale per il salario minimo

MENDRISIO - "I 2/3 delle 330mila persone che guadagnano meno di 4.000 franchi svizzeri sono donne. A chi gioverebbe questo aumento sono proprio queste 230mila lavoratrici".

L'appello della consigliera nazionale Marina Carobbio arriva nel giorno in cui è partita la campagna ticinese a favore del salario minimo di 4.000 franchi mensili. Questa mattina a Mendrisio, a bordo di un pullman speciale che toccherà più di 120 località in tutto il Ticino nelle prossime 3 settimane, si è tenuta la conferenza stampa in vista della votazione federale del 18 maggio sul salario minimo legale lanciato dalle forze sindacali e dalla sinistra.

"Per il Ticino - ci ha detto Carobbio, che era presente alla conferenza insieme a Saverio Lurati (presidente PS Ticino), Enrico Borelli (Segretario Regionale Unia Ticino) e Rolando Lepori (Segretario regionale Unia Ticino) - il salario minimo è una necessità".

Marina Carobbio, il Consigliere federale Schneider Ammann ha affermato che, con il minimo salariale imposto dallo Stato, vi è il pericolo dell'aumento del fenomeno del lavoro nero e a una conseguente diminuzione delle risorse per la Confederazione...
"L'effetto principale di questa iniziativa è la fine del dumping salariale. Con questa legge non verrebbero più assunte persone con contratti da 2000-2.500 franchi al mese come succede oggi in Ticino. Il pericolo del lavoro nero, vi è semmai con i contingenti, che l'UDC vorrebbe introdurre. Perché è proprio con i contingenti che vi sarà il pericolo di aziende che, per aggirarli, assumeranno lavoratori in nero. Con il salario minimo si riconosce che il lavoratore a tempo pieno deve avere il diritto di poter vivere una vita dignitosa con quanto guadagna in un mese".

Il sistema di contingenti vi era già prima dell'entrata in vigore degli accordi bilaterali. Vi era già allora un problema di lavoro nero in Svizzera?
"Ai quei tempi vi era già un problema salariale analogo ad oggi. E già allora c'era chi, per aggirarli, assumeva personale in nero".

I contrari all'iniziativa sostengono che il minimo salariale di 4.000 franchi mensili, per quanto riguarda il costo della vita, non tiene conto delle differenze esistenti a livello regionale
"Una vita dignitosa deve essere garantita a tutti, indipendentemente dal luogo in cui una persona vive. I costi della vita in Ticino non sono più bassi rispetto ad altre parti della Svizzera. Il chilo di pane e il litro di latte costano uguali in tutta la Svizzera. Gli affitti sono elevati anche in Ticino, cantone in cui si registra, negli ultimi tempi, il maggior aumento a livello nazionale. I premi di cassa malati che pagano i ticinesi sono tra i più alti in Svizzera. Inoltre, i ticinesi, vista la conformazione geografica del nostro Cantone, spendono di più per potersi muovere per andare a lavorare. Di certo è che con meno di 4.000 franchi al mese si fa fatica a vivere anche in Ticino".

Permettendomi una battuta dico che gli svizzeri-tedeschi poi, confinano con la Germania, dove fare la spesa costa ancora meno rispetto all'Italia...
"Certamente, ma il problema del Ticino è che il 20% dei lavoratori e delle lavoratrici guadagnano meno di 4.000 franchi al mese. Questa percentuale, a livello svizzero, scende al 9%".

C'è un'altra obiezione al principio dei 4.000 franchi mensili, ossia che questa cifra diventi un punto di riferimento per i datori di lavoro, che potrebbero così abbassare i salari anche a chi guadagna di più...
"Già all'inizio degli anni 2000 vi era stata una campagna a livello nazionale per un salario minimo di 3.000 franchi. Nel frattempo sono stati numerosi i settori che hanno portato il salario oltre tale cifra, compresi quelli della ristorazione e dei parrucchieri (che hanno introdotto dei salari minimi a 3.600 franchi). Ebbene, se prendiamo il settore gastronomico e della ristorazione, in questi anni non abbiamo assistito ad una diminuzione dei posti di lavoro. Se il turismo cala non è certo perché in questi anni sono aumentati i salari al personale degli alberghi e dei ristoranti".

I micro-imprenditori, quelli con pochi dipendenti, potrebbero fare fatica con questa nuova legge e si rischierebbe così di perdere posti di lavoro...
"Il problema non è da ricercare nei piccoli e medi imprenditori. Anzi. Sono molto più spesso i grossi negozi del commercio al dettaglio a pagare meno di 4.000 franchi al mese i propri dipendenti, come fa l'H&M e altri negozi di abbigliamento che pagano salari indecenti. E visto i grandi profitti che riescono ad ottenere, l'aumento al minimo salariale di 4.000 franchi non sarebbe per loro uno sforzo troppo oneroso. L'introduzione di un salario minimo a 4.000 franchi corrisponderebbe a un aumento medio di 2,64 franchi per persona".

Lei mi vuole così dire che il tutto si ridurrebbe quindi a una questione di principio e con un effetto sopportabile per l'economia svizzera?
"No, il salario minimo non è una sola questione di principio. Dobbiamo garantire una vita dignitosa a chi lavora e per l'economia è fattibile. E' sostenibile perché i costi di questo aumento porteranno a dei risparmi di 300 milioni per le casse dello Stato in minore elargizione di contributi pubblici di sostegno alle classi meno abbienti e a un aumento delle entrate per l'erario".

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