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LUGANOSpariranno altre due villette. "Non abbattiamo la storia"

27.02.14 - 09:43
Le ville fanno spazio ai palazzoni. Si sta "cementificando" troppo a Lugano?
Tio/D. Rotondo
Spariranno altre due villette. "Non abbattiamo la storia"
Le ville fanno spazio ai palazzoni. Si sta "cementificando" troppo a Lugano?

LUGANO - Una dopo l’altra cadono come mosche le ultime villette cittadine. Stando a quanto riportato dall’albo comunale ci sarebbero due domande di costruzione che demoliranno due realtà di un tempo che fu. La prima si trova vicino al conservatorio, in via Mons. Angelo Jelmini, dove le zone verdi e le numerose villette costruite nella prima metà degli anni ‘50 crescevano rigogliose. La seconda è situata in via Monte Boglia, farà spazio a un enorme complesso edilizio. La città, di questo passo, dove sta andando?

«Noi ci battiamo per non abbattere i valori storici e culturali del territorio, retaggi del nostro passato – ci dice Benedetto Antonini, vicepresidente della Stan –. Solo in questo modo si possono trovare dei punti per identificare un luogo. Stiamo andando verso una società multietnica, avere dunque dei posti di riferimento diventa una necessità. Infatti, l’integrazione passa dalla conoscenza storica, è  basilare!».

Demolire le villette, in fondo è un po’ come demolire la storia. E la periferia viene sempre più bistrattata? «Prima di tutto, non si deve fare differenza tra il centro e la periferia. La pianificazione dovrebbe essere orientata verso la qualità di vita del cittadino, è una delle leve importanti in mano alla politica per utilizzare bene il territorio senza sprecarlo. In passato non è stato proprio così (sorride, ndr)». Già, sperando di non toccare delle zone sensibili della delicata rete cittadina. «Beh,  degno di nota è tutto il quartiere  Landriani... guai a chi me lo tocca! Tutto, a nord del Parco Ciani, è qualcosa che va preservato assolutamente e in parte, per fortuna, il Piano regolatore  lo tutela. Anche ai piedi della collina ci sono posti che sarebbe da criminali stravolgerli. Purtroppo il Ciani è stato conciato per le feste, prima era un bosco rigoglioso adesso è una radura».

 

 

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