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CANTONEBandire l’alcol dai carnevali? Una proposta che sa di utopia

07.02.13 - 09:31
Gli incidenti avvenuti a Novazzano e Montagnola negli scorsi giorni hanno suscitato sulla rete parecchio dibattito ed è spuntata la proposta di vietare la vendita di alcolici durante le manifestazioni. Ecco cosa ne pensano i presidenti dei carnevali
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Bandire l’alcol dai carnevali? Una proposta che sa di utopia
Gli incidenti avvenuti a Novazzano e Montagnola negli scorsi giorni hanno suscitato sulla rete parecchio dibattito ed è spuntata la proposta di vietare la vendita di alcolici durante le manifestazioni. Ecco cosa ne pensano i presidenti dei carnevali

BELLINZONA - E se a Carnevale venisse vietata la vendita di alcol? La proposta circola in rete a fronte dei recenti casi di cronaca (Rissa a Novazzano e poliziotti pestati a montagnola). Un’iniziativa fattibile oppure una mera utopia? Lo abbiamo chiesto a chi opera direttamente nel settore o a chi il carnevale lo organizza.

Pelin Kandemir Bordoli per l’associazione Radix:  “Quello che constatiamo dal nostro osservatorio è che gli eventi come carnevali, o  sagre per esempio, purtroppo diventano anche occasione di abuso di alcol. Questo comporta conseguenze come la violenza e la maggior aggressività delle persone. Per questo facciamo un lavoro di prevenzione. Non vendere più alcol ai carnevali? Il rischio è solo quello di spostare il problema da un’altra parte. Se si vuole attuare una misura del genere bisogna implementare i giusti provvedimenti, sia prima che durante il carnevale, e ragionare sui metodi più efficaci”.

Bixio Caprara, presidente Rabadan Bellinzona: “Che ci sia un discorso da fare sull’alcol è abbastanza evidente, ma l’alcol non è un prodotto proibito. Ci sono basi legali nel nostro Paese che dicono che da una certa età si possono consumare alcolici. Il problema è l’abuso, ma purtroppo molti dei partecipanti entrano già “carichi” alla manifestazione. Bisogna capire anche la praticabilità di certe proposte. Sono più dell’avviso che bisogna battere il chiodo sulla prevenzione e la responsabilizzazione. Le persone che vogliono divertirsi in modo intelligente devono emarginare i vandali e i violenti, senza fare gli eroi, ma segnalando subito il problema ai servizi di sicurezza. Ci deve essere una reazione della società civile rispetto a chi non è capace di comportarsi, ma non solo ai carnevali. Rifiuto totalmente l’ipotesi che per pochi ignoranti ci debbano andare di mezzo tutti”.

Mauro Bazzi, presidente Stranociada Locarno: “Siamo stati molto scottati dall’avvenimento occorso cinque anni fa con l’omicidio di Tamagni e quindi molto sensibili all’argomento  sicurezza. Devo fare una constatazione però: tutti questi episodi avvengono in carnevali relativamente piccoli dove non c’è un perimetro e quindi neanche la possibilità di sorvegliare più attentamente gli esagitati. Vietare l’alcol non lo vedo necessario e vedrei anche cadere un po’ lo spirito del carnevale che è fatto anche di trasgressione. Il problema è l’esagerazione. Dal 2008 abbiamo lavorato in questo senso e abbiamo riscontrato un pubblico diverso e una riduzione di abusi e violenza”.

Tommy Sigel, presidente Nebiopoli, Chiasso: “È un utopia fare carnevale senza alcol. Perché il problema semplicemente si sposterebbe. È più facile controllare le persone e fare una valutazione dei problemi all’interno. Alla fine se l’alcol non viene venduto al carnevale lo si acquista al di fuori, nei supermercati. I problemi non sempre sono legati all’alcol, perché diciamo che le persone che sono in giro a provocare sono sempre le solite e sono conosciute. Facciamo parte del gruppo “Carnevale in sicurezza” e abbiamo la possibilità di denunciare per violazione di domicilio le persone diffidate che si presentano al carnevale”.

I reali della Lingera, Brenno Martignoni e Stefania Polti: “Nel carnevale, come in tutte le grandi manifestazioni con tanto afflusso di pubblico, ci sono dinamiche che purtroppo non si possono controllare. Carnevale senza alcol? Ci sembrano specchi per le allodole. Va sempre rispettata l’individualità. Ogni persona è responsabile del proprio comportamento, consono alle circostanze. Si tratta di divertirsi con la testa. Un divieto della vendita d’alcol penso non porti a nessun risultato”.

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