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CANTONESei ticinesi alle Olimpiadi per vincere contro l’handicap

21.01.13 - 09:14
Allo Special Olympics, i giochi riservati a persone con disabilità intellettiva che si svolgeranno in Corea del Sud, ci saranno anche sei ticinesi
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Sei ticinesi alle Olimpiadi per vincere contro l’handicap
Allo Special Olympics, i giochi riservati a persone con disabilità intellettiva che si svolgeranno in Corea del Sud, ci saranno anche sei ticinesi

LUGANO - Quando Pierre de Frédy, Barone di Coubertin, decise di riportare in vita i Giochi Olimpici a fine ‘800, lo fece con una visione buonista e con una delle frasi che resterà sempre scolpita nelle menti ti tutti:  “L’importante non è vincere ma partecipare”. Nel 2013, forse, di eventi sportivi che rispecchiano ancora questo pensiero sono solo le special Olympics.

Il 26 gennaio a PyeongChang, Corea del Sud, si terrà l’edizione invernale delle Special Olympics e fra i protagonisti di questa grande manifestazione internazionale ci saranno ben sei ticinesi. “Si tratta di giochi riservati a persone con disabilità intellettiva.  La Svizzera partecipa a questo movimento già dagli anni ’90 e il Ticino, grazie ai cinque gruppi sportivi presenti su suolo cantonale che offrono attività sportive e spazi a questi ragazzi,  porta il suo contributo”, spiega Daphne Settimo della Federazione Ticinese Integrazione Andicap (Ftia) di Giubiasco.

“Questo tipo di manifestazioni – prosegue Daphne – siano cantonali, nazionali o internazionali, permette ai ragazzi di rompere con la loro quotidianità e provare qualcosa di nuovo. Le maggiori emozioni provate dai nostri sportivi però non derivano dai risultati, ma da tutto quello che una manifestazione come Special Olympics li circonda: la cerimonia d’apertura, il folto pubblico e la possibilità di conoscere persone provenienti da altri luoghi. È questo li rende realmente felici”.  

Nonostante quello degli sportivi con andicap mentale sia un grande movimento, non se ne parla molto. Lo spazio dato a questi ragazzi sui mezzi d’informazione è poco o nullo ma… “L’interesse nei confronti di questi ragazzi è cresciuto fortunatamente nel corso degli ultimi anni. Abbiamo molti volontari, ma se ce ne fossero altri interessati a fare una nuova esperienza le nostre porte sono sempre aperte”, chiude Daphne.

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