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Per le sue foto spettacolari il fotografo ticinese Franco Banfi ha rischiato la vita. I suoi viaggi più pericolosi sono stati fatti sott'acqua e ora il National Geographic e la rivista GEO hanno pubblicato i suoi scatti
LUGANO - La paura non sa nemmeno cosa sia. Di fronte ad alligatori agguerriti, a trichechi aggressivi o a boa stritolatori, il fotografo ticinese Franco Banfi, 54 anni, non ha alcun timore. Al massimo adrenalina e grande fascino per situazioni estreme. Ed è con questo bagaglio che il fotografo si è recato in passato in Brasile per calarsi sott'acqua e immortalare gigantesche anaconde.
Accompagnato da una guida locale, Franco Banfi è riuscito in dieci giorni a incontrare sei serpenti. Erano tutti in acque chiare, quindi perfetti per essere fotografati. "Quando ho visto l'enorme boa di otto metri e 200 chili ho avuto parecchia soggezione ad entrare in acqua" ha raccontato Banfi a 20 Minuten.
Padre di due ragazzi di 21 e 23 anni, Banfi conosce molto bene la pericolosità di questi animali e sa che è necessario muoversi con estrema cautela. "Ricordo che un mio collega aveva avuto un atteggiamento arrogante con un animale e lo aveva afferrato con violenza dalla coda. L'animale si era imbestialito e lo aveva azzannato con la sua enorme bocca. È stata un'esperienza tremenda" ricorda il fotografo.
Le sue foto spettacolari, scattate nel mese di dicembre del 2010, sono state di recente pubblicate su importanti riviste scientifiche. Si sono accorti di lui il rinomato magazine GEO e il National Geographic che hanno pubblicato le sue immagini. "Questo mi gratifica parecchio" ha dichiarato il fotografo che a gennaio partirà per la Repubblica Dominicana, dove l'attende un'altra avventura estrema. Nel 2014 invece si recherà in Artide alla scoperta dei trichechi.
