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LUGANOAldo Grasso, il critico televisivo che con la RSI è poco critico

10.10.12 - 22:55
Conferenza sul concetto di servizio pubblico all'Hotel de la Paix con il critico televisivo italiano, e con Luigi Pedrazzini, Dino Balestra, Marcello Foa e Matteo Caratti
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Aldo Grasso, il critico televisivo che con la RSI è poco critico
Conferenza sul concetto di servizio pubblico all'Hotel de la Paix con il critico televisivo italiano, e con Luigi Pedrazzini, Dino Balestra, Marcello Foa e Matteo Caratti

LUGANO – Il famoso critico televisivo Aldo Grasso non perde occasione per fare i complimenti alla nostra RSI. Lo fa di tanto in tanto sulle pagine del Corriere della Sera dove ha una sua autorevole rubrica. Lo fa nel suo forum on line. E lo fa ogni volta che viene in Ticino. Lo ha fatto anche questa sera in occasione dell'ultima serata pubblicata organizzata dalla CORSI, all'Hotel de la Paix di Lugano, dove è stato invitato per moderare un dibattito attorno al concetto di servizio pubblico, assieme a Luigi Pedrazzini (presidente Corsi), Dino Balestra (direttore RSI), Marcello Foa (direttore del gruppo editoriale Timedia) e Matteo Caratti (direttore de laRegioneTicino).

Autore di articoli al vetriolo contro boss, nani e ballerine del tubo catodico italiano, nemico di direttori di rete, diavolo per i presentatori, Aldo Grasso si bagna nell'acquasanta quando si tratta di parlare di RSI. “Non ho mai capito perchè la Televisione della Svizzera italiana non si possa più vedere in Italia. Continuero' a battermi affinchè possiate tornare”. E poi: “Il tg della televisione ticinese ha una pagina di politica estera che l'Italia non ha, e questo fa onore alla tv svizzera”: E non è finita. “In Italia i direttori non mi parlano, qui invece i direttori (riferendosi a Dino Balestra, n.d.r) mi rivolgono la parola”.

Non si è mai capito perchè il tanto temuto Aldo Grasso, di fronte alla RSI si sia sempre tolto il cappello. Se lo tolse anche di fronte a quel grosso fallimento chiamato “LaTele”, una sorta di diretta fiume della nostra tv che iniziava il mattino presto e finiva di sera. Il famoso critico ne decantò le gesta e da via Solferino invitò gli italiani ad imparare dalle novità che arrivavano dalla vicina Svizzera.

Latele, come ormai tutti sanno, fu un fiasco totale e si arenò dopo pochi mesi. Un clamoroso tonfo di cui ancora oggi si parla nei corridoi di Comano e che costò la testa a qualche dirigente. 

Poco importa. Per Aldo Grasso gli italiani avrebbero solo da imparare dalla RSI, e averla nuovamente in Italia sarebbe cosa utile. Ci pensa Luigi Pedrazzini a dare le buone notizie. “Stiamo lavorando a un progetto per poter fare in tempi brevi di nuovo informazione in Italia. Il Consiglio di Stato, insieme alla Deputazione ticinese alle Camere federali ha chiesto alla SSR di esaminare la possibilità di avere mezzi finanziari per consentire nuovamente alla RSI di tornare in Italia”.

Ma è Dino Balestra a gettare acqua sul fuoco e a smorzare eventuali entusiasmi: “Entrare nel mercato italiano costa troppo. Noi abbiamo al massimo due ore di materiale da mostrare. Immaginatevi un centro commerciale. È come se avessimo a disposizione una vetrina di due metri, in un supermercato dove le vetrine si sprecano. Quindi l'investimento per avere la vetrina è spropositato rispetto all'uso che ne faremmo. Non c'è rapporto tra materiale a disposizione e costo della diffusione di tale materiale. L'unica soluzione che possiamo attuare è quella della diffusione non lineare, nel senso di abbandonare la logica del palinsesto e pubblicare su Internet pezzi di trasmissioni”.

Aldo Grasso dovrà mettesi il cuore in pace e  accontentarsi, almeno per ora, di alcuni pezzi di trasmissione.

 

 

 

 

 

 

 

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