Cerca e trova immobili

LUGANOInizio delle trattative per un nuovo CCL per i giornalisti

20.10.17 - 10:16
Inizio delle trattative per un nuovo CCL per i giornalisti

LUGANO - I media svizzerotedeschi e ticinesi potrebbero avere presto di nuovo un contratto collettivo di lavoro (CCL) dopo un vuoto che dura dal 2004: le delegazioni delle parti sociali si sono già trovate d'accordo sul metodo di lavoro e hanno fissato sette round negoziali da tenersi entro giugno 2018. Il nuovo CCL potrebbe entrare in vigore al più presto da gennaio 2019.

Il primo round negoziale si è già svolto lunedì scorso, 16 ottobre, indicano in una nota diramata oggi le parti sociali: Impressum e Syndicom per il personale redazionale, Schweizer Medien e Stampa Svizzera per gli editori svizzerotedeschi e ticinesi. Il nuovo CCL - aggiungono - deve definire le condizioni di lavoro minime dei giornalisti e del personale tecnico delle redazioni nelle due regioni linguistiche.

Nella prima seduta si sono definiti il metodo di lavoro e le date delle prossime sette riunioni. I contenuti sono stati suddivisi in otto "blocchi tematici". In primavera saranno organizzate consultazioni nell'ambito delle rispettive assemblee e organi dirigenti, in modo da assicurarsi che i risultati delle trattative abbiano un ampio sostegno da parte dei dipendenti come dei datori di lavoro, indica la nota. L'ultima parola spetterà in ogni caso alle assemblee di ciascuna associazione coinvolta nei negoziati. Se ci sarà accordo il nuovo CCL potrebbe entrare in vigore nel gennaio 2019.

Senza CCL dal 2004 - I giornalisti svizzerotedeschi e ticinesi sono senza un contratto collettivo dall'agosto 2004. Gli editori avevano infatti deciso di non rinnovare quello allora vigente. Mentre oltre Sarine, dopo la denuncia da parte padronale del CCL romando in vigore fino a fine 2006, le parti sociali avevano potuto negoziarne uno nuovo, nel resto del paese non si è da allora riusciti a trovare un accordo.

Da parte sindacale nel 2004 il fallimento delle trattative per il rinnovo del CCL era stato attribuito alle "condizioni inaccettabili" poste dagli editori, come l'abolizione dei minimi salariali. Per la parte padronale, questi ultimi andavano definiti a livello d'impresa, viste le situazioni alquanto differenti dei vari media. Oggetto di critica era stato allora anche l'esclusione dal CCL del personale tecnico redazionale.

Il 10 settembre 2015 la presidenza di Schweizer Medien, che riunisce più di 100 media privati (giornali, piattaforme online e emittenti radio e televisive), aveva annunciato in occasione del Congresso dei media a Interlaken (BE) di aver creato un gruppo di lavoro in vista dell'eventuale apertura di negoziati. Le controparti Syndicom (sindacato dei media e della comunicazione) e Impressum (l'ex Federazione svizzera dei giornalisti) avevano risposto di essere "pronte a rompere il ghiaccio" dopo un vuoto contrattuale durato undici anni. Il 22 settembre 2016 l'assemblea dei delegati degli editori svizzerotedeschi si era poi detta favorevole all'avvio di negoziati.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE