Il concetto di Smart City è sotto la lente del convegno Möbius 2017, dedicato alla cultura digitale. Gli esperti: «Chi ha in mano grandi quantità di dati sostituirà i politici»
LUGANO – Ormai è una certezza: siamo sempre più “spiati”. Da Google a Facebook, le nostre abitudini sono monitorate, tracciate, e, in un secondo tempo, trasformate in statistiche a scopi di marketing, e non solo. I cosiddetti Big Data, enormi masse di informazioni raccolte partendo dall’uso quotidiano delle tecnologie, possono essere sfruttati anche a scopi urbanistici. La 21esima edizione del Premio Möbius, dedicato alla cultura digitale e in programma nel fine settimana al LAC di Lugano, si soffermerà proprio su questo aspetto. In particolare sul concetto di Smart City. «Su come, cioè, una città può evolversi in maniera intelligente – dice Alessio Petralli, direttore della Fondazione Möbius, considerando le abitudini e le necessità dell’utenza».
Il caso di Montreux – Quando tecnologia e urbanistica vanno a braccetto. Il recente caso di Montreux è emblematico. «Da tempo – spiega Carlo Secchi, Sales Director Ticino per Swisscom – si discuteva sull’eventualità di costruire un tunnel sotto la città per ridurre gli ingorghi. Analizzando, tuttavia, i dati sull’utenza del cellulare si è capito che il grosso del traffico era legato a persone indigene. E quindi si è optato per una soluzione intelligente, vale a dire la creazione di un autosilo».
I confini della privacy – Raccogliere dati e trasformarli in informazioni che possano contribuire alla corretta pianificazione del territorio. Con i confini legati alla privacy da rispettare rigorosamente. «Noi mettiamo a disposizione delle autorità solo statistiche generali, mai legate al singolo utente – precisa Secchi –. Concretamente, pensando alla città di Lugano, e in particolare al lungolago, siamo in grado di stabilire da dove arriva la maggior parte delle persone che vi transitano, per quanto si ferma e dove è diretta. Ovviamente deve trattarsi di gente in possesso di uno Smartphone e abbonata a Swisscom».
Pregi e difetti – In cosa deve migliorare la città sul Ceresio? E quali sono, invece, i suoi punti di forza? Se ne parlerà al LAC. «I pregi di Lugano – illustra Claudio Ferrata, geografo e relatore – sono la sicurezza, il turismo e la disponibilità di verde. Mentre i punti di fragilità sono legati a un parco alloggi sbilanciato verso l’abitazione individuale e a una mobilità ancorata all’uso dei veicoli privati. A questo proposito in un vicino futuro con il tram-treno assisteremo a un potenziamento del trasporto pubblico».
Il tema del futuro – «Ci dobbiamo chiedere – aggiunge Petralli – in che modo le informazioni raccolte dai grandi possessori di dati possano contribuire a una crescita sensata e pertinente del territorio. È un tema nuovo, e rappresenta il futuro. I grandi possessori di dati, a lungo andare, sostituiranno i politici. Perché saranno in grado di dimostrare, con prove attendibili, quelle che sono le abitudini e le necessità della gente comune».