Ben 84.000 pazienti all’anno per le 4 sedi dell’EOC. Aumentano anche gli insulti e le aggressioni al personale. Il medico Rainero Spinelli: «La gente vuole tutto e subito. Noi, messi a dura prova»
BELLINZONA – Ore e ore in sala di attesa. Continuano ad aumentare le code al pronto soccorso nella Svizzera italiana. Una diretta conseguenza della costante impennata di pazienti. Ben 84.000 nel 2016 per le quattro sedi dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), quando solo due anni prima erano 5.000 in meno. In parallelo crescono anche nervosismo e tensione. Una cinquantina all’anno le aggressioni nei confronti del personale. «La maggior parte delle volte – precisa Rainero Spinelli, Capo servizio al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona – ci si “limita” agli insulti. Ma ci sono state anche aggressioni fisiche, in particolare a Lugano».
Caso limite – Il top dell’impazienza è stato verosimilmente raggiunto nel giugno del 2016, quando un 40enne sfondò con la propria auto l’entrata del pronto soccorso dell’ospedale Civico. Senza arrivare a tanto, non mancano scene di isteria e di rabbia di fronte a medici e infermieri. «Solo al San Giovanni – riprende Spinelli – registriamo circa 500 pazienti in più all’anno. Il trend non accenna ad arrestarsi. È così anche a livello nazionale e internazionale».
Il codice di gravità – A poco, per ora, sembrano servire i correttivi messi in campo dai vertici dell’EOC. «Da qualche anno a questa parte sono stati creati alcuni ambulatori medici in modo da smistare i pazienti, a seconda della gravità del caso. Quando il paziente arriva, si fa una valutazione (triage). Se è grave, resta al pronto soccorso vero e proprio. Altrimenti viene trasferito negli ambulatori, dove peraltro gli orari di consultazione sono limitati dalle 10 alle 20. Il codice di gravità è vincolante. È chiaro che una persona che arriva in ambulanza o con l’elicottero avrà sempre la priorità rispetto a qualcuno che ha un semplice mal di gola o una distorsione».
Momenti di punta – Stando alle statistiche nude e crude, nei quattro pronto soccorso dell’EOC un paziente aspetta in media 20-25 minuti in sala d’attesa per poi ricevere un trattamento la cui durata varia tra i 60 e i 90 minuti. «Ma le cifre sono da relativizzare. Ci sono momenti di calma, in cui tutto scorre bene. A fare andare in tilt le persone sono i momenti di punta, in cui magari ci sono tre pazienti gravi in contemporanea».
Tutto e subito – Il vero problema, secondo Spinelli, sta a monte. «La gente fa sempre meno riferimento al medico di famiglia e di picchetto. Soprattutto negli agglomerati urbani. Vede il pronto soccorso come un posto in cui può ottenere tutto e subito, a qualsiasi orario. A volte il paziente si presenta da noi addirittura suggerendoci cosa fare. In alcuni è molto radicato il concetto secondo cui se si paga la cassa malati, si ha diritto a qualsiasi cosa e nel minor tempo possibile».
Arroganza – Non si nasconde, Spinelli. E lo dice apertamente: «Ci sono momenti in cui lo stress è molto alto. Alcuni pazienti hanno, di base, un indole arrogante e aggressiva purtroppo. E non tollerano di dovere aspettare magari tre o quattro ore a causa di un’emergenza. Al San Giovanni arrivano in media 56 pazienti al giorno, ma ci sono giornate folli in cui tocchiamo quota 70. E lì dobbiamo inventarci di tutto. Abbiamo 9 posti letto per le emergenze. Ma ci è già capitato di avere lettini nei corridoi. In alcuni momenti, il nostro personale è davvero messo a dura prova».