L'eco dell'esito della votazione che ieri ha deciso per la modifica della legge sulla scuola valica i confini elvetici
LUGANO - Non è chiaro se sia l'esito della votazione in sé oppure le radici di chi l'ha proposta, sta di fatto che, oggi, anche in Italia si parla dell'ingresso dell'ora di civica a scuola, ma soprattutto del suo promotore. «Un imprenditore italiano», come titola in Corriere della Sera.
L'imprenditore in questione è ovviamente il valtellinese Alberto Siccardi. Che descrive come «una vittoria contro tutto l’establishment», il risultato della votazione.
Del 73enne viene fatta una breve biografia: cresciuto a Sondalo, studente di Farmaceutica a Torino, giovane imprenditore che scappa da una Firenze troppo sindacalizzata, infine patron della multinazionale Medacta con sede nel Mendrisiotto.
Ed anche principale promotore dell'iniziativa «Educhiamo i giovani alla cittadinanza», passata con il 63,4% di sì. La maggior parte dei ticinesi si sono detti favorevoli all’idea di introdurre due ore al mese di civica alle medie e alle superiori come materia separata da storia.
«Rafforzare l’insegnamento della civica è un passo importante - esulta Siccardi - sulla strada della consapevolezza e della conoscenza del Paese».
Sulla sua italianità l'imprenditore scherza: «Mi considerano un corpo estraneo per la mia provenienza dall’Italia - dice -. Ma la popolazione, come dimostra l’esito delle urne, è dalla mia parte».
In realtà Siccardi ha doppia nazionalità. E al passaporto italiano non vuole rinunciare anche se, assicura, va più fiero di quello svizzero, conquistato nel Novanta, a dieci anni dal suo trasferimento in Ticino.
Per lui l'avventura ticinese è nata per sfuggire alla catene imposte alle imprese italiane. «Ho deciso di ripartire da zero in Ticino», racconta il patron della multinazionale Medacta, quinta azienda al mondo nella produzione di protesi.
Siccardi loda il sistema della democrazia diretta: «Per avere una legge basta raccogliere le firme dei cittadini e portarli al voto con un’iniziativa popolare - ripete -. Per la proposta “Educhiamo i giovani alla cittadinanza” ne abbiamo raccolte 10.500. Me l’ha detto anche Beppe Grillo quando l’ho incontrato a Genova: “Questa sì che è democrazia”».