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CANTONE / SVIZZERACuratori svizzeri soddisfatti, in controtendenza i ticinesi

13.09.17 - 18:30
È quanto emerge da uno studio dell'Associazione svizzera delle curatrici e dei curatori professionali pubblicato oggi. Hanno partecipato circa 763 operatori
Keystone
Curatori svizzeri soddisfatti, in controtendenza i ticinesi
È quanto emerge da uno studio dell'Associazione svizzera delle curatrici e dei curatori professionali pubblicato oggi. Hanno partecipato circa 763 operatori

BERNA - Quattro anni dopo l'introduzione di nuove disposizioni, un curatore professionale su due si ritiene piuttosto soddisfatto del proprio lavoro nel campo della protezione del fanciullo e dell'adulto. Il 26% si dice molto soddisfatto.

Al contrario, un quarto dei curatori professionali non è contento: il 17% è piuttosto e il 7% molto insoddisfatto. È quanto emerge da uno studio dell'Associazione svizzera delle curatrici e dei curatori professionali (ASCP) pubblicato oggi. Hanno partecipato circa 763 operatori di tutti i cantoni.

I più infelici sono i ticinesi e i romandi: in tutti e due i casi gli insoddisfatti raggiungono il 32%, contro il 22% degli svizzeri tedeschi.

Collaborazioni difficili - Tra i motivi d'insoddisfazione emerge il numero di dossier da gestire, un ambiente difficile all'interno del servizio di curatela, una cattiva collaborazione con le autorità di protezione dei minori e degli adulti nonché un carente riconoscimento da parte dei vari attori del ramo, come i servizi psichiatrici, le scuole o altri enti che si occupano di persone sotto curatela.

«Talvolta, si disconoscono i compiti e le responsabilità dei curatori. Ciò complica il lavoro», ha spiegato all'ats il presidente dell'ASCP Frédéric Vuissoz. Secondo lui «in alcuni casi ci è voluto un po' di tempo per attuare la collaborazione con le autorità di protezione». Vi è stato, ad esempio, qualche eccesso di formalismo, che ha dato l'impressione ai curatori di veder complicate le procedure. Vissouz ha però garantito che questi «errori di gioventù» sono stati corretti.

La maggioranza delle persone interpellate, ritiene che gli obiettivi della riforma della legge sulla protezione dei minori e degli adulti - ovvero la professionalizzazione dei collaboratori dell'autorità di protezione, la garanzia del benessere del bambino e l'autodeterminazione nella protezione dell'adulto - siano stati raggiunti. Solo il 10% dei curatori è critico sull'evoluzione che ha avuto il proprio lavoro.

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