Cerca e trova immobili

CANTONE«Il derby è una cosa nostra che Upc non può capire»

11.09.17 - 08:00
Due milioni di franchi, questo avrebbe dovuto pagare la Ssr per regalare il derby in chiaro ai ticinesi, ma contro il business dei diritti ha vinto la disobbedienza civile
Keystone
«Il derby è una cosa nostra che Upc non può capire»
Due milioni di franchi, questo avrebbe dovuto pagare la Ssr per regalare il derby in chiaro ai ticinesi, ma contro il business dei diritti ha vinto la disobbedienza civile

LUGANO - Toglieteci tutto, ma non il derby. È questo il ritornello che da giovedì rimbalza sulle labbra degli appassionati di hockey ticinese. Da quanto la Ssr non ha accettato la costosissima offerta di Upc per trasmettere le sei stracantonali del disco su ghiaccio. Due milioni di franchi, come rivela il Caffé, la cifra chiesta dal distributore di tv via cavo: un milione per le sei partite, un altro per rilanciare i video sul web. Una cifra che la Ssr ha ritenuto «irresponsabile» pagare. Ma quanto ha pagato Cablecom? I 35,4 milioni di franchi a stagione versati alla Federazione di hockey, corrispondono a circa 118mila franchi (tenendo conto solo delle partite di regular season). Alla Ssr, invece, sono stati chiesti 320mila franchi a derby, 160mila per la sola diretta.

Quanto spende la Ssr per lo sport? - La tv pubblica ha quindi alzato bandiera bianca, anche perché i soli derby avrebbero inciso nella misura del 2% sulla totalità dei diritti sportivi: l’emittente spende infatti 51,2 milioni di franchi ogni anno per i diritti di tutte le trasmissioni sportive che trasmette su tutte le reti. Si parla quindi di Mondiali, Olimpiadi, coppe europee, sci, tennis, motomondiale, Formula 1 e quant’altro. Due milioni di franchi per sole sei partite devono essere sembrati decisamente troppi alla Ssr, anche di fronte al fatto che interessano prevalentemente, se non solo, il Ticino.

Disobbedienza civile - A sud delle Alpi, però, gli appassionati lo hanno visto come un affronto. Chi tifa, o anche solo guarda, l’hockey ritiene il derby un fatto di tradizione prima ancora che sportivo. Si sono quindi moltiplicate le iniziative e gli appelli. Che hanno raggiunto l’apice nella diretta live su Facebook apparsa sulla pagina “No alle partite di hockey solo tramite via cavo”. Un grande successo, con centinaia e in alcuni momenti oltre mille utenti collegati. Un’unicum, come ci spiega il fondatore Luca Iapello, che ha voluto fare un gesto simbolico: «Il derby è una cosa nostra, che chi comanda Upc non può assolutamente capire», ci dice. «L’hockey è una cosa che fa parte di me e delle mia famiglia: mio nonno da bambino mi ha portato alle prime partite e ora, che ha 80 anni, non va più in pista. Come può vederla visto che da noi non arriva la tv via cavo?».

Una volta e basta - Ecco quindi che Luca, seduto nel suo posto in tribuna ha deciso di combattere il sistema: «Ho iniziato la diretta pensando di fare solo i primi minuti, poi i commenti erano positivi, le persone erano contente e ho deciso di farla tutta quanta pur sapendo che qualche problema avrei potuto averlo». Ma rimarrà un unicum, perché voleva essere solo un atto di sensibilizzazione. «Poi pago molto la tessera, non ho voglia di filmare ogni partita», scherza il giovane tifoso bianconero. «Ma durante la diretta ho ricevuto apprezzamenti anche dai fan biancoblu», dice, «nonostante io abbia cercato di essere neutrale, hanno capito per chi tifavo».

L’alternativa - E ora? «Io capisco che i diritti sono stati acquistati ed è giusto che Upc ne faccia uso, ma è ingiusto che ci sia chi non può vedere le partite nemmeno pagando». Sono molte, infatti, le zone o le abitazioni non raggiunte dal servizio. Iapello ha trovato, però, un’azienda che legalmente rilancia i contenuti di molte piattaforme in streaming, tra cui quelli via cavo. «Ho ordinato il servizio, settimana prossima sulla pagina farò una recensione. Ma Upc non pubblicizza questa possibilità, si capisce che non fa gli interessi dei tifosi».

«Non ne abbiamo ancora parlato» - E le squadre cosa ne pensano? Incassando i soldi da Upc, le dirette streaming se prendessero piede potrebbero essere un problema. «A livello di dirigenza non abbiamo ancora affrontato il tema», ci spiega Luca Righetti, Media manager dell’Hockey Club Lugano. Non è però pensabile che si affronti il problema in pista, acciuffando i “registi selvaggi”. «Difficilmente si potrebbero sorvegliare 7’000 persone che filmano una partita». Anche la squadra sui suoi social deve rispettare i patti con la Federazione: «Possiamo usare le immagini ufficiali, ma solo dopo un certo tempo e facendo delle higlights di massimo 90 secondi». In compenso, però, sulla pagina Facebook l’Hcl sta testando una sua soluzione: una radiocronaca della partita, in video si vede il commentatore.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE