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LUGANODa promessa della politica luganese a simpatizzante islamista

22.08.17 - 08:01
Un ex candidato per il Ppd era tra i seguaci del reclutatore islamista ed ex agente Argo 1 condannato venerdì scorso: «Non lo abbiamo più visto né sentito»
Tipress
Da promessa della politica luganese a simpatizzante islamista
Un ex candidato per il Ppd era tra i seguaci del reclutatore islamista ed ex agente Argo 1 condannato venerdì scorso: «Non lo abbiamo più visto né sentito»

LUGANO - Sono molti i nomi familiari che si incrontrano nella lista delle persone che hanno seguito la cosiddetta Dawa (l’azione di proselitismo islamico) di U.Y, il 33enne svizzero di origini turche condannato per sostegno ad al Qaeda e all’Isis a 2 anni e mezzo di carcere parzialmente sospesi e che uscirà dal carcere in questi giorni.

Ma è a pagina 6 dell’atto d’accusa nei confronti del luganese che in molti sono trasaliti. Tra gli altri, ai quali U.Y. ha insegnato «i concetti dell’islam radicale in relazione all’ideologia del gruppo Jabhat Al Nursa e con l’intento di fornire loro principi che in parte già conoscevano», figura anche un ex candidato al consiglio comunale di Lugano per il Partito popolare democratico.

Secondo i magistrati federali, il giovane svizzero d’origine albanese avrebbe deciso, su invito del reclutatore, di allontanarsi «dall’ideologia del gruppo Stato islamico» per avvicinarsi a quella di Jabhat al-Nusra. Il Fronte del soccorso al popolo del Levante, un gruppo islamista salafita che predica come la jihad armata vada combattuta in Siria o l’Iraq e non in Europa, come professa invece l’Isis. Tutto ciò è avvenuto in un paio di bar di Viganello e in alcune case private a Lugano e nel resto del Ticino. «A partire almeno da gennaio 2014» e fino all’arresto di U.Y avvenuto il 22 febbraio 2017, nel corso del più grande intervento anti-terrorismo che si ricordi in Ticino.

Solo pochi mesi prima, nel marzo del 2013, durante la campagna elettorale, se ne parlava come della giovane promessa politica della comunità albanese. Il candidato era stato sostenuto pubblicamente anche dal consigliere di Stato Paolo Beltraminelli che, come riporta albinfo.ch, affermò: «Se è qui oggi, candidato al consiglio comunale, è colpa mia». Del ragazzo, che di Beltraminelli come ingegnere è stato anche apprendista, il ministro ha sottolineato la gioventù, l’energia, il dinamismo e l’intelligenza. «Rappresenta tutti i giovani dei quartieri di Lugano. È il miglior esempio di integrazione».

Un endorsement che appare oggi tradito e vilipeso, quando si scopre che proprio negli stessi quartieri popolari di Lugano, l'uomo ha seguito chi inneggiava a quell’islam estremo e deviato che tanto spaventa l’Europa e il mondo.

Benché possa suscitare qualche imbarazzo, è bene sottolineare che, ai tempi delle elezioni luganesi del 2013, sia Paolo Beltraminelli che il Ppd ben difficilmente avrebbero potuto sospettare tale esito. Se già allora l'uomo avesse ceduto alle promesse dell'islam radicale, nessuno lo poteva sospettare, come ci spiega il presidente Fiorenzo Dadò: «Io non l'ho conosciuto, era uno tra i tanti candidati al consiglio comunale. A quei tempi dubito che avesse legami di questo genere e se li aveva noi non li sospettavamo. In ogni caso, è evidente che stigmatizziamo e ci distanziamo da queste ideologie», spiega Fiorenzo Dadò, presidente del Ppd. «Dopo quella campagna non si è mai più né visto né sentito all’interno del partito». Non siamo invece riusciti a raggiungere Paolo Beltraminelli per una sua considerazione. 

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