Elio Bollag, rappresentante della comunità ebraica di Lugano, commenta la notizia che ha fatto il giro del mondo: l’hotel svizzero che chiede agli ebrei di farsi la doccia prima di entrare in piscina
LUGANO - «Non sarebbe neanche da menzionare come notizia, perché in fondo è un piccolo fatto avvenuto in un piccolo villaggio svizzero che purtroppo ha fatto il giro del mondo». Commenta così Elio Bollag, un nome che a Lugano non ha bisogno di presentazioni, la notizia che ha fatto il giro della rete ed è finita sulle prime pagine dei principali giornali mondiali: l’hotel svizzero (l’Apparthaus Paradies di Arosa) che ha affisso sulla propria struttura, in prossimità della piscina, un cartello con un invito rivolto agli ospiti ebrei di «effettuare una doccia prima di fare il bagno e dopo aver fatto il bagno», specificando che il mancato rispetto delle regole comporterà l’esclusione dalla vasca.
La proprietaria dell’hotel ha già chiesto scusa, visto il can can mediatico che ne è venuto fuori. Ma come mai la struttura alberghiera è arrivata a rivolgere un invito simile proprio agli ebrei prova a spiegarlo Elio Bollag nell’intervista che ha rilasciato ai nostri microfoni (vedi allegato). «Molti ebrei ultraortodossi sono vestiti un po’ come dei monaci, indossano ad esempio una specie di palandrana nera e questo può facilmente far sudare. A qualcuno può sembrare che il sudore sia sinonimo di non pulizia. È un errore madornale: ogni persona ebrea o cristiana che sia dovrebbe farsi una doccia prima di entrare in piscina».
Per Elio Bollag, al di là di qualche singolo episodio - «ricordate l’incendio alla sinagoga e a un negozio ebraico» - il Ticino è un’isola felice in fatti di tolleranza nei confronti degli ebrei. A Lugano il loro numero è sensibilmente diminuito. «All’ultimo censimento ne abbiamo contati 800, oggi non ne saranno rimasti che 300 a Lugano».
Diverso discorso invece nella Svizzera tedesca dove le cronache registrano diversi episodi a sfondo antisemita. «Oltre Gottardo esiste una specie di tradizione antisemita più radicata dovuta anche ai protestanti, perché Martin Lutero scrisse delle cose incredibili sugli ebrei» ha aggiunto Elio Bollag.
Alla domanda se c’è una soluzione all’antisemitismo Elio Bollag ha risposto sfiduciato: «Ormai è un problema entrato nel Dna delle persone, e a certi problemi non ci sono soluzioni».