Dopo il caso della multa di Locarno, Fabio Schnellmann, presidente di Ticinocycling, attacca: «Siamo bersagliati». Anche se è boom di chi passa col rosso o viaggia sui marciapiedi
LOCARNO – Una multa di 70 franchi per non avere indicato con la mano di volere svoltare a sinistra. È accaduto nelle scorse settimane a un ciclista in transito su via Simen, a Locarno. «La polizia ha fatto bene», aveva dichiarato Renato Gazzola, portavoce del Touring Club Svizzero. Il caso, scoppiato sui social network, continua a fare discutere. E ora è Fabio Schnellmann, presidente di Ticinocycling, a vuotare il sacco. «C’è troppa rabbia verso i ciclisti da parte di chi è al volante. Ci sentiamo un po’ bersagliati».
Il trend – Il traffico automobilistico nell’ultimo decennio è letteralmente esploso sulle strade della Svizzera italiana. E anche i ciclisti sono aumentati numericamente. «Almeno del 20-30% – precisa Schnellmann –. La bicicletta è comoda, sana e permette di evitare le code. È sempre più gettonata. A questo va aggiunto il trend delle biciclette elettriche».
Un territorio limitante – Ma i problemi non mancano. Ancora il presidente di Ticinocycling: «Purtroppo al momento la conformazione del territorio ci limita. Si parla, ad esempio, di realizzare una pista ciclabile sul lungolago di Lugano. Ma dove e come la facciamo? Non è evidente. Allo stesso tempo, anche a causa del traffico in perenne ascesa, è cresciuta l’intolleranza da parte degli automobilisti. Tutti hanno fretta. E non si sopporta più niente. Spesso sento di ciclisti insultati».
Miglioramenti in vista – Il Ticino conta 350 chilometri di piste ciclabili. Eppure, sembrano non bastare. «Nei prossimi anni saranno investiti, da Cantone e Comuni, 31 milioni di franchi per la creazione di ulteriori 100 chilometri di piste. Entro il 2030 la situazione dovrebbe migliorare notevolmente, con la concretizzazione di piste come la Tesserete-Lugano o la Coldrerio-Croce Grande».
Comportamenti pericolosi – Schnellmann, tuttavia, non risparmia critiche nemmeno a chi sta in sella. Le statistiche della polizia cantonale parlano di una decina di multe all’anno comminate a ciclisti. «Il caso di Locarno è probabilmente unico e denota, a mio avviso, un eccesso di zelo. Bisogna, però, ammettere che sempre di più i ciclisti hanno atteggiamenti a rischio. In molti, ad esempio, proprio per evitare il traffico, circolano sui marciapiedi. E almeno nel 70% dei casi si sentono autorizzati a passare con il rosso, quando si trovano in coda a un semaforo, creando pericoli agli altri utenti della strada. Anche noi abbiamo le nostre responsabilità e dobbiamo rendercene conto».