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ALTO MALCANTONEDal Ticino alla Sicilia per dimostrare che «si può fare»

24.07.17 - 18:54
Francesco Aiello ha compiuto una traversata a nuoto da Capo Calavà all’Isola di Vulcano. Per lui è un messaggio a chi si trova in difficoltà
Francesco con l'allenatore sulla spiaggia di Vulcano
Dal Ticino alla Sicilia per dimostrare che «si può fare»
Francesco Aiello ha compiuto una traversata a nuoto da Capo Calavà all’Isola di Vulcano. Per lui è un messaggio a chi si trova in difficoltà

ALTO MALCANTONE - Una traversata a nuoto “impossibile”: 21 chilometri tra la Sicilia - esattamente Capo Calavà, comune di Gioiosa Marea, in provincia di Messina - e l’Isola di Vulcano. Impossibile fino al 30 giugno, quando Francesco Aiello ha realizzato l’impresa. Francesco, siciliano d’origine, vive in Ticino dal 2007 e lavora come massaggiatore medicale a Mugena. La sua è una vera e propria sfida all'altra traversata, quella "possibile" che si tiene ogni anno e che va dalle Isole Eolie alla Sicilia, un percorso dove la corrente è meno forte. Francesco però ha voluto fare lo stesso percorso al contrario.

«Mi hanno detto tutti che era impossibile, che le correnti non lo permettono, che mi ero impuntato su una cosa che non era fattibile. Se ascoltiamo sempre gli altri, rimaniamo fermi». È questa la motivazione principale che ha spinto Francesco a sfidare sé stesso e il mare. «È un messaggio per chi si trova in difficoltà - sottolinea a tio/20 minuti -. A volte è importante provare ad affrontare ciò che fa paura». 

L’amore per il mare - L’idea della traversata “al contrario” è nata per gioco con un conoscente tre anni fa. La prima vera nuotata di Francesco è stata in occasione dell’80esima traversata del lago di Lugano nel 2012. Ha impiegato 53 minuti e 21 secondi. Ma la sua passione per l’acqua e il mare nasce molto prima. Isola delle Femmine - il comune in provincia di Palermo di cui è originario - è un paese di pescatori. E pescatore era anche il padre di Francesco, deceduto nel 2013 a seguito di un incidente. «A 70 anni praticava ancora la pesca subacquea. Sono cresciuto con i suoi racconti sul mare e sulle situazioni che riusciva sempre ad affrontare». In Ticino il mare non c’è, ma a Francesco non manca: «Qui mi godo il verde, le montagne, il lago. L’importante è trovarsi bene con ciò che ci circonda». 

La traversata - Il 30 giugno Francesco è entrato in acqua. «È stata un’esperienza molto forte - ci racconta -. Non ho guardato l’isola di Vulcano sullo sfondo, pensando all’obiettivo. Ho semplicemente alzato le braccia e un’onda mi ha accolto. È stato l’abbraccio del mare». Durante la traversata il pensiero di Francesco si è concentrato solo sulla bracciata. La tratta di 21 chilometri è diventata di 24: tre chilometri in più legati alle correnti, che lo portavano indietro durante la nuotata.

«In acqua per l’acqua» - Francesco ha deciso di raccogliere anche dei fondi legati alla sua impresa. «Qui in Ticino non ci rendiamo conto di come una persona possa dover camminare anche per 21 (o 24) chilometri per trovare l’acqua. Con quello che ho raccolto voglio realizzare un pozzo in Africa. Sono in contatto con due associazioni ticinesi e due privati. Sono fiducioso che presto la mia traversata porterà anche a questo risultato».

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