Vienna minaccia di schierare l'esercito al confine con l'Italia. La Svizzera potrebbe diventare la seconda scelta per i migranti che vogliono raggiungere il Nord Europa
LUGANO - Hans Peter Doskozil è l'uomo che sta facendo tremare la Svizzera. Il ministro della difesa austriaco, infatti, ha già trasferito al Brennero quattro mezzi corazzati Pandur delle Forze armate austriache, che potrebbero essere impiegati nelle operazioni di controllo dei flussi migratori, senza curarsi delle parole della Commissione Ue e di Papa Francesco che chiedono "solidarietà" per l'Italia.
Vienna, in odore di elezioni, mostra i muscoli, ripetendo un brutto copione già visto lo scorso anno. I funzionari cantonali, ora, temono che gli immigrati cercheranno un altro modo per raggiungere la Germania e il Nord Europa: il transito dalla Svizzera.
UDC: «Schieriamo l'esercito» - E se il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, parla di iniziativa "ingiustificata" (la settimana scorsa sono stati 73 i migranti passati oltreconfine dall'Austria, contro i 68 dall'Italia), l'UDC svizzero coglie l'occasione per chiedere il dispiegamento di forze dell'esercito sui confini confederati a rischio. «Il corpo delle Guardie di confine è sull'orlo del collasso. È essenziale sostenerlo con altre forze militari», ha dichiarato all'Aargauer Zeitung Alex Kuprecht (UDC/SZ). «Queste persone - ha aggiunto - sono addestrate per intervenire in queste circostanze. Non deve essere chiesto l'ennesimo sforzo alle forze di polizia cantonali con il rischio di sottrarre risorse importati alle singole regioni».
Ueli Maurer, il cui dipartimento controlla il Corpo delle guardie di confine, aveva proposto nel dicembre del 2016 cinquanta militari a sostegno delle sue unità. La proposta era stata rifiutata in aprile dal Consiglio federale.
Polizia pronta a intervenire in Ticino - Nel frattempo la polizia cantonale ha già annunciato che 50 agenti sono pronti a intervenire in supporto ai loro colleghi in Ticino, Vallese e Grigioni, in caso di emergenza.
Non tutti sono così allarmisti. Altri parlamentari invitano a non essere precipitosi. «Se la pressione migratoria dovesse diventare tale da sorvaccaricare il Corpo delle guardie di confine, allora sarà il caso di coinvolgere le forze militari. Al momento, però, non ci sono le condizioni», ha sottolineato la consigliera nazionale Corina Eichenberger (PLR/AG).
Per Edith Graf-Litscher (PS/TG) l'esercito alle frontiere deve essere schierato «in ultima istanza. Sarebbe il segnale di un grave pericolo per la Svizzera, che ora non c'è».
«Per ora ce la facciamo» - Per ora, il Corpo delle guardie di confine non vuole sentir parlare di questa soluzione. «Siamo in grado di gestire la situazione da soli», ha precisato un portavoce che ha spiegato come, in caso di emergenza, i rinforzi saranno portati da altre regioni della Svizzera e schierati al confine meridionale.