Le dichiarazioni di Blotti e Scheurer risultano molto diverse dai verbali della Sottocommissione vigilanza, che si pone degli interrogativi
BELLINZONA - C’è discordanza tra le versioni di Claudio Blotti - ex numero uno della Divisione dell’azione sociale e delle famiglia - e Renato Scheurer - capo dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento - in merito al caso Argo 1. È quanto emerge dal rapporto della Sottocommissione di vigilanza che contiene i verbali con le dichiarazioni, pubblicati oggi dal Corriere del Ticino.
Blotti afferma di non essersi mai accorto di nulla, mentre Scheurer sostiene che nel 2015 è emersa la mancanza di una risoluzione governativa e il tema è stato più volte ripreso nel corso del tempo. «Ciò solleva più di un interrogativo», è il giudizio della Sottocommissione, il cui rapporto è stato firmato da Alex Farinelli (PRL), Daniele Caverzasio (Lega), Ivo Durisch (PS) e Franco Denti (Verdi), ma non da Fabio Bacchetta Cattori (PPD) e Gabriele Pinoja (La Destra).
In conclusione la Sottocomissione distingue tra «una violazione commessa in buona fede per un periodo limitato» e una commessa «consapevolmente per un periodo prolungato». E sulle responsabilità politiche commenta: «Se il capo del Dipartimento fosse informato o no è importante per le responsabilità, ma non per la gravità della situazione che rimane. Vi è quindi da porsi interrogativi sul funzionamento della catena di comando e di informazione interna».