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LUGANO«Ho molestato dei minori, ora mi curo: vi spiego come»

22.06.17 - 08:09
Mattia R. è l'unico in Ticino a seguire il trattamento a base di Salvocyl, il farmaco della castrazione chimica. Lo abbiamo incontrato
foto tio.ch/20minuti
«Ho molestato dei minori, ora mi curo: vi spiego come»
Mattia R. è l'unico in Ticino a seguire il trattamento a base di Salvocyl, il farmaco della castrazione chimica. Lo abbiamo incontrato

LUGANO -  Ad ammetterlo Mattia R.* non si fa problemi. Forse ne va fiero. «Sono castrato» spiega, ricette mediche alla mano, nel giardino della casa dove vive nel Luganese. «O almeno ci provo». Il 54enne è l'unico paziente in Ticino, al momento, a sottoporsi ogni 12 settimane a un'iniezione di Salvacyl, il farmaco della castrazione chimica. Il tema è oggetto di dibattito a ogni nuovo caso di pedofilia alle nostre latitudini. Ma i trattamenti in Svizzera sono rarissimi. Mattia, che un anno fa ha terminato una pena di 5 anni alla Stampa per molestie sessuali su minori, ha accettato di farsi intervistare da tio.ch/20minuti perché, afferma, «la gente deve sapere cosa si vive nei miei panni». Ma chiede l'anonimato. 

Sta cercando di rifarsi una vita?

«In realtà c'è chi mi ha consigliato di risposarmi. Ma non ci penso nemmeno. Ho già una ex moglie e dei figli che non posso più vedere. Non voglio altra sofferenza, per questo ho deciso di sottopormi alla terapia».

Come è arrivato a questa scelta?

«In realtà, ho seguito diversi trattamenti nella mia vita. Ho scoperto di avere degli impulsi sessuali nei confronti dei minori negli anni '80. Ma è solo nel 2005 che ho iniziato a prendere dei farmaci, a seguito di un fermo per atti osceni (Mattia R. non è stato mai accusato di abusi, ma solo di esibizioni in presenza di minori, ndr.). Si trattava di psicofarmaci, il Dogmatil e il Priadel: inibivano gli impulsi molesti, ma non mi impedivano di avere una vita sessuale». 

E non erano sufficienti? 

«Credevo di sì. Solo che dopo due anni, al termine del periodo di trattamento obbligatorio imposto dal giudice, la cassa malati smise di pagarmeli. E io smisi di prenderli. Fu una debolezza. Dentro di me speravo che tutto sarebbe filato liscio»

E invece...

«Ci sono ricascato. La seconda volta, nel 2011, anziché un semplice fermo fui condannato alla detenzione. Il giorno stesso della carcerazione ho chiesto allo psichiatra della Stampa di ricominciare la terapia con i due farmaci, ma non ero contento. Con il passare del tempo, in carcere, ho riflettuto sulla necessità di un rimedio che fosse definitivo. Ho seguito un percorso con i medici che è sfociato, nel 2014, nell'avvio della cosiddetta castrazione chimica». 

Sarebbe a dire?

«Il trattamento prevede l'assunzione di una dose ogni tre mesi di 11,25 mg di Salvocyl. Avviene tramite un'iniezione al braccio, o alla gamba, che mi viene praticata dal mio medico curante. È lui a procurarsi il farmaco». 

E quali effetti ha avuto, su di lei?

«L'annullamento totale di qualsiasi funzione sessuale. Non solo gli impulsi nei confronti dei minori, ma anche delle donne, ad esempio. Qualsiasi impulso. Fisicamente insomma mi è impossibile qualsiasi attività sessuale»

Qualcuno la ritiene una menomazione eccessiva.

«Nel mio caso, mi fa sentire meglio. A dire il vero i miei rapporti con l'altro sesso, anche prima, non sono mai stati intensi. Ho avuto una compagna e dei figli, è vero, ma... è difficile spiegare, non ho mai sentito una vera attrazione nei confronti delle donne. Nel mio caso quindi, non vivo la castrazione come una grande privazione».

Effetti collaterali? 

«Ce ne sono. La lista è lunga, a leggerla farebbe passare la voglia a chiunque. Ma è questione di motivazione. Finora, mi è insorto un problema di osteoporosi alla spina dorsale. Sto prendendo delle vitamine e del calcio per compensare».

E a livello psicologico-emotivo?

«Di per sé il farmaco non provoca stordimenti o ricadute psichiche. Non a me, comunque. Dopo l'iniezione, non sento nulla. A parte la sensazione di fare il mio dovere».

Si spieghi meglio.

«Lottare contro questa situazione non è facile. Questo vorrei che la gente capisse. Io sono sempre stato un cittadino onesto, un padre attento. Ma mi sono trovato a combattere con un problema irrisolvibile. So che dovrò farci i conti tutta la vita, da solo».

In che senso?

«Chi è nella mia situazione è un po' lasciato a sé stesso. In Germania e Inghilterra i trattamenti di castrazione sono attivamente incentivati, dalle istituzioni, dalla magistratura. In Svizzera invece sono visti con diffidenza, se non sconsigliati. Sono lasciati alla discrezione individuale. Se la cassa malati dovesse cessare di rimborsarmi la terapia, dovrò pagarmela da solo».

Quanto costa una iniezione del farmaco?

«Sui 500-600 franchi. Non è poco. E trovare lavoro non è facile per me. Ma non intendo rinunciare alla terapia. In qualche modo farò».

* nome noto alla redazione

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