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BODIOPerde un impiego da 8000 franchi. Che ne pensi?

24.05.17 - 08:01
L'ex detenuto Pierangelo Casarotti racconta la sua odissea dopo la scarcerazione. E le difficoltà di trovare un lavoro
foto tio.ch/20minuti
Perde un impiego da 8000 franchi. Che ne pensi?
L'ex detenuto Pierangelo Casarotti racconta la sua odissea dopo la scarcerazione. E le difficoltà di trovare un lavoro

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

BODIO - Nel film “Le ali della libertà” Morgan Freeman interpreta un detenuto che, uscito di prigione, affronta il ritorno alla vita normale. «Alla fine ho scelto di vivere» dice in una famosa battuta. Pierangelo Casarotti, 62enne di Bodio, ci sta provando. Si è trovato allo stesso bivio alcuni mesi fa: dopo tre anni trascorsi alla Stampa, è tornato a piede libero. «Da allora è iniziata la mia odissea, burocratica e non solo» racconta.

Ricerca difficile - Il problema numero uno, sono i soldi. Il carcere «è un ambiente protetto per certi versi» ammette Casarotti, che quando era in cella ha fondato assieme ad alcuni «compagni di sventure» la prima associazione di detenuti in Ticino. «Una volta fuori devi reimparare a badare a te stesso, è una gioia ma anche uno choc». Sistemate le prime incombenze (auto, affitto) resta l'incognita lavoro. In un Cantone in crisi occupazionale, anche per chi ha dei buoni titoli, come il nostro interlocutore (master in amministrazione d'impresa, anni di esperienza come contabile), non è una vita facile. «Non lo è per gli incensurati, figuriamoci se hai il marchio del carcere».

Richiesta respinta - Dopo varie ricerche, tuttavia, il 62enne trova un buon posto: stipendio 8mila franchi al mese per occuparsi di contabilità, gestione immobiliare e direzione di cantieri edili presso l'azienda di un conoscente. L'assunzione però (a tempo indeterminato) è condizionata alla concessione da parte dell'Urc di contributi statali e agevolazioni fiscali. «Ormai sono anziano e ho un costo, il datore di lavoro aveva bisogno di un incentivo». Ma secondo il Cantone il salario proposto è «troppo alto». Così si legge nella lettera di risposta, con cui la richiesta di Casarotti è stata respinta.

«Un brutto colpo» - Senza incentivi statali, l'impiego sfuma. «È stato un brutto colpo. Come ho reagito? Mi sono chiesto se in Ticino si voglia davvero aiutare gli ex detenuti a reinserirsi. Tutti quelli che conosco, nella mia situazione, sono senza lavoro». La Divisione dell'Economia, da noi contattata, spiega che «eventuali precedenti penali non giustificano un trattamento di riguardo» per gli incentivi all'assunzione. Un vicolo cieco?

«Sempre meglio dell'assistenza» - Passano le settimane e Casarotti ci ricontatta: per fortuna, qualcosa si muove. «Ho trovato alcuni incarichi come amministratore di società. Lavoretti, ma meglio dell'assistenza». Meglio, senz'altro, della recidiva: in cui ricascano ancora 2 detenuti svizzeri su 10. E forse il motivo è (anche) nella lettera ricevuta da Casarotti.

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