Decine di lamentele a settimana. Dà fastidio tutto: dai bambini che giocano, al fumo del grill. L'associazione inquilini: «Fenomeno ciclico». Lo psicologo: «Società nevrotica»
LUGANO – «È un inferno. Da mesi la famiglia che vive sopra di me fa rumore a ogni orario. E nel weekend, con i bambini a casa, tutto degenera». La testimonianza è di una signora del Luganese, esasperata dai rapporti di vicinato. A nulla sembrano essere servite le segnalazioni al proprietario dello stabile. Nervi tesi anche in una palazzina di Bellinzona, dove una coppia di inquilini semina tensione a causa dell'accumulo di rifiuti sul pianerottolo. «È una situazione insostenibile – dice una donna residente nell'edificio – ci siamo rivolti, tutti insieme, alle autorità. Invano».
Rumori molesti – Sono sempre di più le diatribe che contrappongono un inquilino all'altro nella Svizzera italiana. Alla sezione italofona dell'Associazione svizzera inquilini arrivano decine di spunti a settimana. «Spesso ci si lamenta per i rumori – conferma la segretaria generale Valentina Vigezzi Colombo – è un fenomeno che si ripresenta ciclicamente. Danno fastidio le lavatrici fuori orario, la doccia, la gestione dell'immondizia».
Quattro stagioni – Ogni stagione ha il suo genere di lamentela. In estate la top ten delle “attività indigeste” è guidata dalla produzione di fumo da grill. «Si tratta di un classico – spiega Vigezzi Colombo – ma c'è anche chi si lamenta perché i bambini corrono nei cortili, o per le chiacchiere sul balcone. Personalmente ritengo che ci sia sempre meno tolleranza».
Mutamenti sociali – Secondo Luigi Gianini, psicoterapeuta, le ragioni di questa tendenza vanno ricercate nei profondi cambiamenti sociali che hanno contraddistinto gli ultimi decenni. «Il concetto di convivenza e di condivisione è ormai superato. Oggi c'è più individualismo. Non abbiamo più bisogno del prossimo per fare fronte ai nostri bisogni».
Desiderio di silenzio – Ci si sente autosufficienti, e non c’è più la necessità di comunicare. «Allo stesso tempo, viviamo in una società nevrotica, in cui non si sopporta più nulla. Quando rientriamo a casa dal lavoro, pretendiamo il silenzio assoluto. Ed è anche per questo che a volte ogni virgola si trasforma in un conflitto».
Mobilità – Gianini analizza il problema anche da altri punti di vista. E sottolinea come aumenti, sull'altro fronte, anche una marcata indifferenza da parte di alcune persone, insensibili alle esigenze del vicino. «Oggi si è centrati solo sui propri bisogni. L’idea di vicinato un tempo aveva un altro senso. Il collettivo veniva costruito lentamente. Adesso c'è una grande mobilità, che fa aumentare l'aspetto paranoico. Non si conosce più il proprio vicino di casa». Anche la crescente urbanizzazione ha il suo peso. «In alcuni contesti sfruttiamo il territorio al massimo, gli spazi sono talmente ristretti che ci si pestano i piedi a vicenda».
I doveri del padrone di casa – Ma cosa deve fare chi si trova ad avere problemi seri con una persona che vive nello stesso stabile? Vigezzi Colombo non ha dubbi. «È un dovere del padrone di casa ripristinare l'ordine. L'inquilino ha il diritto di esigere un intervento. Le maggiori difficoltà subentrano quando l'appartamento dell'inquilino con cui si ha un conflitto non appartiene alla stessa amministrazione. In quei casi, la faccenda può andare veramente per le lunghe».
Reclami a raffica – In alcune situazioni specifiche, in cui non si trova un accordo, il padrone di casa arriva addirittura a dare la disdetta a entrambi gli inquilini. In altre, invece, l'inquilino esige, e ottiene, uno sconto della pigione a causa dei disagi con cui è costretto a convivere. «Di certo le amministrazioni sono bombardate da reclami. Io consiglio sempre agli inquilini di cercare di risolvere la questione pacificamente. Purtroppo c'è chi arriva all'Ufficio di conciliazione o, addirittura, in Pretura».
Mediazione di vicinato – Gianini, infine, illustra un’alternativa. «Esistono figure professionali che si occupano in maniera mirata della “mediazione di vicinato”. Si tratta di un approccio che permette di affrontare il conflitto in un clima comunicativo rispettoso. E così si cerca di facilitare le parti a ricercare una soluzione che possa essere condivisa».
Cosa dà fastidio in estate? La top five
1. Il fumo del grill in giardino
2. I bambini che gridano e corrono
3. La doccia a ora tarda
4. L’accumulo di immondizia
5. Le chiacchiere sul balcone