Un progetto per ricostruire la storia delle attività familiari che popolavano la Lugano di un tempo
LUGANO - L'identità commerciale di Lugano è molto cambiata. Se un tempo il centro cittadino era popolato da numerose attività a gestione familiare, oggi prevalgono i grandi magazzini, le boutique e i marchi internazionali. Ma c’è ancora chi si ricorda dei negozi di un tempo. Negozi che dal punto di vista storico ora stanno tornando in vita nell’ambito di un progetto condotto da Esther Zanzi e Marisa Marzelli per conto del Museo della memoria della Svizzera italiana (MdM). Un progetto il cui principale intento è quello di conservare queste testimonianze commerciali di Lugano che sono ormai scomparse.
Dalla merceria alla pasticceria - La prima testimonianza (la scheda è già pronta per la prossima pubblicazione online) è quella di un negozio di lane e tessuti, che nella Lugano d’allora era anche diventato un punto d’incontro per le signore luganesi. Si tratta dell’attività commerciale dei Fratelli Artaria, che alcuni ricorderanno per la sua sede in Corso Pestalozzi 4. «La storia dell’Artaria è soltanto un primo passo» ci spiegano Adriana Parola e Maria Grazia Pelli, responsabili per il Luganese del MdM. Seguirà infatti una scheda sulla Salumeria della Famiglia Volonté, che accoglieva i clienti in Via Nassa. E la stessa Adriana Parola desidera ricostruire la storia della Pasticceria Saipa, che apparteneva alla sua famiglia. «In questo lavoro - raccontano ancora le responsabili - si fa affidamento soprattutto sugli eredi, che possiedono documenti e fotografie».
La “rivoluzione” in centro - «La vita commerciale di Lugano si è rivoluzionata» ci dicono dunque le nostre interlocutrici. «Un tempo intere famiglie si dedicavano al loro negozio, c’era un forte attaccamento» spiega Pelli. «Di questo spirito è rimasto poco, sono arrivati i grandi magazzini e le catene». E ricordano in particolare Milliet & Werner, il primo grande magazzino (poi diventato Innovazione e quindi Manor) che era sbarcato in Piazza Dante con un concetto ben differente rispetto a quello della classica bottega.
«Fatevi avanti!» - La ricostruzione della storia dei negozi scomparsi si basa soprattutto sulle segnalazioni. «Certo, da una parte si fanno ricerche su vecchi libri e tra le pubblicità dei giornali dell’epoca, ma è fondamentale parlarne con le persone, a cui spesso vengono in mente piccoli commerci familiari che frequentavano» sottolinea Parola, che lancia dunque un appello: «Fatevi avanti, noi siamo felici di raccogliere nuovo materiale».
Info: www.museodellamemoria.ch