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CANTONEDal mondo al Ticino: caccia alle teste più geniali

29.03.17 - 06:10
In campo una «strategia coordinata» per favorire le start-up innovative che vogliano impegnarsi sul territorio
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Dal mondo al Ticino: caccia alle teste più geniali
In campo una «strategia coordinata» per favorire le start-up innovative che vogliano impegnarsi sul territorio

BELLINZONA - Anche le idee più grandi hanno avuto inizi piccoli piccoli. Apple, Google, Amazon: in principio non erano che l'intuizione un po' presuntuosa di un cervello giovane e visionario, chiuso in un garage, una cantina, il ripostiglio della casa. Quale luogo più adatto per ospitare il futuro, dunque, del Ticino: analogamente così "piccolo", appunto, rispetto al resto del mondo.

Il talento coltivatelo qui - Proprio all'intenzione di diventare un polo attrattivo per l'imprenditorialità innovativa risponde la «strategia coordinata per le start-up» che è stata ideata dal Dipartimento delle finanze, in collaborazione con la fondazione Agire, per «favorire la nascita, il consolidamento, la crescita di aziende questo tipo di aziende». Perché «le buone idee non bastano, serve sostegno», riflette il consigliere di Stato e direttore Christian Vitta, annunciando una rosa di misure dedicate a chi abbia talento, ma manchi delle opportunità adeguate a coltivarlo.

Tutelare la proprietà intellettuale: arriva il regolamento - Assistenza, finanziamento, vetrina, investimento: quattro parole chiave che vogliono sintetizzare il senso di un'iniziativa mirata a valorizzare ulteriormente un cantone che già, per suoi meriti, si prende il 26% dei finanziamenti destinati dall'Ue alla ricerca in Svizzera, grazie alla Supsi. La quale proprio in questi giorni sta licenziando il primo regolamento interno per tutelare la proprietà intellettuale, finora in balia di iniziative ad hoc. «Questa non è una rivoluzione, ma un'evoluzione», precisa Giambattista Ravano, presidente della fondazione Agire, dal 2011 impegnata a supportare innovazione e sviluppo tecnologico in Ticino.

Nessuna rivoluzione. Semplicemente, si può fare di più - «Oggi sono in  corso 40 progetti per 4,5 milioni di franchi di finanziamento - elenca - Nel Tecnopolo Ticino ci sono 49 aziende e nel 2016 sono state fatte 66 valutazioni che hanno promosso una decina di idee oggi in incubazione». Ma si può fare di più, garantisce Ravano. «Vogliamo moltiplicare questi numeri».  

Arriva l'acceleratore cantonale - In quale modo? «Offrendo un pacchetto completo in grado di coprire tutte le tappe», dice il direttore del dipartimento Stefano Rizzi. Su una tela già esistente di misure ecco dunque che si inseriscono tante buone intenzioni: come, fra le più concrete, la realizzazione di un acceleratore cantonale in cui una ventina di start-up selezionate o 25 siano affiancate per tre mesi.

Investitori in rete: come convincerli? - In programma anche la creazione di una rete di possibili investitori cui attingere e servizi di coaching per imparare ad approcciarli e convincerli; sarà inoltre rivista la formula della StartCup, che finora ha lanciato diverse start-up locali ma necessita di diventare «una vetrina premio con la quale mettersi in mostra anche nel resto del Paese», accedendo in maniera privilegiata a programmi nazionali.

Recuperare le cose buone della Riforma III - Dulcis in fundo, qualcosa ancora più in là da venire. Se n'era già parlato con la Riforma III, bocciata dal popolo. «Defiscalizzare gli investimenti in start-up innovative. Una proposta che andremo a recuperare», conclude e garantisce Vitta.

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