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CANTONEIn Ticino si ruba meno, ma quante botte in famiglia

27.03.17 - 14:29
Emerge l'immagine di un Cantone tranquillo dal bilancio 2016 della polizia cantonale. In calo furti e rapine. Norman Gobbi: «I ladri scelgono meno il Ticino perchè sanno che qui vengono rintracciati»
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In Ticino si ruba meno, ma quante botte in famiglia
Emerge l'immagine di un Cantone tranquillo dal bilancio 2016 della polizia cantonale. In calo furti e rapine. Norman Gobbi: «I ladri scelgono meno il Ticino perchè sanno che qui vengono rintracciati»

BELLINZONA - «Meno furti e, in particolare, meno furti con scasso in Ticino nel 2016». Ad annunciarlo è Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni. Sono alcuni dei dati emersi dal bilancio del 2016 della Polizia cantonale, presentato oggi a Bellinzona. «In generale - illustra il comandante Matteo Cocchi - c'è stato un calo di del 14% dei furti in genere, così come del 14% dei furti con scasso. Gli interventi legati ai furti in genere sono invece diminuiti del 32%».

Rapine - Gobbi insiste sul capitolo furti. «Si ha l'impressione che le rapine siano in aumento perché se ne parla sempre di più. D'altra parte i malintenzionati scelgono sempre meno il Ticino come obiettivo perché sanno che in Ticino si viene facilmente rintracciati dalla polizia».

Istantanee da ricordare - Tra i momenti e le iniziative da ricordare, spiccano la collaborazione tra polizia ticinese e polizia urana nell'ambito dell'inaugurazione di Alptransit (Gottardo 16). Così come la grande esercitazione congiunta con i partner italiani in Via Odescalchi, a Chiasso. «Da non dimenticare - indica Gobbi - la gestione dei flussi migratori, con la creazione del centro unico temporaneo di Rancate. Nel 2016 sono aumentate le entrate illegali in Svizzera. Abbiamo gestito, inoltre, la sicurezza di eventi importanti come il Festival del film di Locarno. Non poco in un momento delicato dal punto di vista della sicurezza internazionale».

Numeri che parlano - Un solo omicidio, quello della maestra di Stabio a ottobre. Un calo di chiamate al centralino (255.225, -4%). Meno incidenti stradali (3.990, -0,9%). Meno arresti (973, -3%). Ma più nominativi controllati. «Oltre il 10% in più rispetto al 2015 - commenta Cocchi -. Il fatto di dovere fare meno interventi ci permette di fare più prevenzione».
Le statistiche dicono però anche altro. «Aumentano ad esempio i reati violenti gravi - evidenzia Paolo Bernasconi, collaboratore scientifico della Polizia -. Registriamo un +12%. Aumentano leggermente anche le infrazioni. Dobbiamo, tuttavia, avere uno sguardo storico sui numeri. Alcuni dati derivano da semplici fluttuazioni».

Uno sguardo al futuro - Cocchi ricorda poi la collaborazione per quanto riguarda la formazione delle guardie pontificie. E lancia uno sguardo al futuro. «La questione della migrazione ci terrà impegnati ancora a lungo. Ne siamo consapevoli. Aumenteremo la collaborazione nazionale e internazionale su vari fronti. Siamo pronti per le nuove sfide».

Violenza tra le mura di casa - Insomma, dalle parole degli addetti ai lavori il Ticino sembra in una botte di ferro. Alcune cifre però lasciano a bocca aperta. In negativo. Un esempio? Due interventi al giorno per violenza domestica. Nel 2015 erano stati 732. Ben 829 nel 2016. «Ci chineremo sul problema», dice Gobbi.

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