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PONTE TRESA606 firme per salvare l'ufficio postale

23.03.17 - 12:32
Sono state consegnate questa mattina presso la Casa comunale di Ponte Tresa da un comitato apartitico
Tipress
606 firme per salvare l'ufficio postale
Sono state consegnate questa mattina presso la Casa comunale di Ponte Tresa da un comitato apartitico

PONTE TRESA - 606 firme per salvare l'ufficio postale di Ponte Tresa. Le ha raccolte, in poco più di una settimana, un Comitato interpartitico - composto da semplici cittadini - costituto subito dopo che La Posta aveva annunciato pubblicamente la chiusura. «Riteniamo che la sostituzione dell’ufficio postale con un’agenzia postale rappresenti un degradamento della qualità e una riduzione delle prestazioni postali erogate», sottolinea il Comitato.

Le firme sono state consegnate questa mattina alle 11.00 da due dei promotori della petizione Ioni Chicus e Stefano Spinelli a Rinaldo Marchesi, vice-sindaco del comune, presso la Casa comunale di Ponte Tresa.

La raccolta firme è stata fatta «per segnalare alle autorità e ai responsabili del servizio postale il dissenso dei cittadini e più in generale degli utenti dell’ufficio postale verso tale decisione». Un dissenso che è stato messo nero su bianco da 606 persone. «271 di essi risiedono a Ponte Tresa (su una popolazione di circa 800 abitanti). Oltre a questi, hanno sottoscritto la petizione altri 216 malcantonesi, 29 luganesi e 83 residenti nella vicina Italia. 7 da altre località ticinesi e svizzere», sottolinea il Comitato.

Comitato che nel corso della raccolta ha avuto il modo di tastare il polso alla popolazione. «I cittadini si sono mostrati a dir poco indignati rispetto ad una decisione calata dall’alto senza che essi venissero in alcun modo interpellati. Non si capisce perché si voglia chiudere un ufficio postale, spesso ingorgato da utenti, posto in un punto nodale della regione, se non per un mero calcolo di utilità economica, scevro da qualsiasi considerazione riguardante le richieste e i bisogni dell’utenza e più in generale riguardante gli scopi sociali a cui il mandato della Posta dovrebbe rispondere».

Il Comitato contro la chiusura dell’ufficio postale di Ponte Tresa chiede pertanto  all’autorità postale «di rivedere la decisione presa in merito alla chiusura dell’ufficio postale locale». Nel contempo alle istituzioni politiche viene richiesto «di rivedere le linee direttive riguardanti la gestione e lo sviluppo del servizio postale tenendo maggiormente in considerazione le finalità sociali che il servizio postale dovrebbe incarnare e i bisogni della cittadinanza, in particolare di quella fascia anziana che più soffre riguardo a questi radicali cambiamenti». Il Comitato chiede infine alle autorità politiche locali «che si facciano promotrici attive presso le istituzioni deputate della richieste espressa dai suoi cittadini attraverso questa petizione».

 

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