Anche l'eccesso di lentezza, oltre a quello di velocità, è un'infrazione: ma non viene mai sanzionata. L'appello dell'Associazione maestri conducenti
LUGANO. L'eccesso di velocità non è l'unico problema sulle strade ticinesi. C'è anche l'eccesso di lentezza. Un fenomeno che passa sottotraccia nel dibattito politico-mediatico: la Polizia cantonale non dispone di dati al riguardo nel suo rapporto annuale. Il dubbio è che «semplicemente i controlli non ci siano» afferma l'Associazione maestri conducenti (Asmc): eppure «la legge dice chiaramente che nessuno può circolare a una velocità tale da impedire il normale flusso del traffico» incalza il presidente della sezione ticinese, Riccardo Pfister.
Fenomeno sommerso - Il tema non è secondario, e non riguarda soltanto i conducenti anziani. «Quello della lentezza di alcuni automobilisti sulla A2, ma in generale su tutte le strade ticinesi è un problema diffuso, che aggrava la situazione drammatica della fluidità del traffico nel nostro Cantone» afferma Pfister. «Il fenomeno - aggiunge - è tuttavia sommerso in quanto si registrano quasi solo i casi in cui le vetture troppo lente sono causa di incidenti».
La critica - Insomma il presidente dell'Asmc-Ti non le manda a dire: il problema, sottolinea, è la mancanza di controlli. «Le autorità e nello specifico le polizie comunali e cantonali dovrebbero sanzionare di più questo tipo di infrazione, perché di infrazione si tratta» protesta Pfister. «Qui ci sta una critica. Signori: è tempo di prendere in mano la situazione e sanzionare i comportamenti sbagliati, e non solo l'uso di alcol o l'eccesso di velocità».
Comportamenti pericolosi - Il portavoce dei maestri conducenti, infine, stigmatizza la proposta di innalzare il limite in autostrada a 140 km/h come «uno strumento inadeguato a risolvere il grande problema del traffico» e precisa come anche il comportamento degli automobilisti che si accodano a chi va "troppo lento", magari sollecitandolo con abbaglianti e clacson, sia «inutile e irresponsabile e assolutamente da evitare» per una questione di sicurezza. Come dimostra il caso dell'automobilista minacciato settimana scorsa sulla Pedemontana dal conducente di un'auto ticinese.