Nella "fabbrica dei frontalieri": alcuni dipendenti raccontano l'azienda dal di dentro. «Chi non accettava è stato licenziato»
BEDANO. Ha fatto scalpore il caso della Mubea, azienda metalmeccanica di Bedano i cui dipendenti (una novantina, al 95 per cento frontalieri) dall'anno scorso vengono pagati in euro anziché in franchi. In seguito all'articolo di settimana scorsa, tio.ch/20minuti è entrato in contatto con alcuni lavoratori. Secondo le testimonianze raccolte, però, le cose starebbero diversamente da come descritto dall'azienda.
La conversione degli stipendi in euro «è stata una misura facoltativa a cui i lavoratori frontalieri hanno aderito volontariamente» aveva assicurato il direttore Pierre De Magistri. «In realtà non ci è stata data alcuna scelta» racconta un dipendente di Mubea sotto la garanzia dell'anonimato: «I lavoratori che non accettavano sono stati licenziati».
Uno dei licenziati racconta di essere stato «lasciato a casa in tronco dopo che avevo rifiutato verbalmente il cambio proposto dall'azienda» (che è di 1.10, ndr.). «Le pressioni sono state molto forti». Quanto alle condizioni di lavoro, i racconti dei dipendenti concordano su un punto: «I turni di 12 ore filate sono la regola, ma le ore non vengono segnate». Irregolarità che sono state già segnalate al sindacato Unia.