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TAVERNELa follia: «Tutti i giorni oltre quattro ore di viaggio per lavorare»

23.02.17 - 20:06
Svizzera terra di pendolari, lo indicano le cifre. E c’è chi esagera. Il ticinese Nicola Buloncelli, per oltre un anno, ha fatto quotidianamente la spola tra casa sua e Lucerna
La follia: «Tutti i giorni oltre quattro ore di viaggio per lavorare»
Svizzera terra di pendolari, lo indicano le cifre. E c’è chi esagera. Il ticinese Nicola Buloncelli, per oltre un anno, ha fatto quotidianamente la spola tra casa sua e Lucerna

TAVERNE – Svizzera terra di pendolari? Lo dicono le cifre aggiornate: quotidianamente oltre 3 milioni di persone si spostano con l’auto o con i mezzi pubblici. E c’è anche chi vive, o ha vissuto, l’esperienza da super pendolare, percorrendo distanze record. È il caso di Nicola Buloncelli, 30enne di Taverne che tra l’aprile del 2015 e l’agosto del 2016 ha fatto la spola tra casa sua e Lucerna, dove aveva sede l’ufficio in cui era impiegato. «Oltre quattro ore di viaggio ogni giorno per andare al lavoro e per tornare a casa la sera», ricorda.

In auto o in treno – Oggi Nicola è rientrato in Ticino. Vive ancora a Taverne e lavora a Bellinzona. Il suo pendolarismo si è notevolmente ridotto. Ma non dimentica quel periodo. «A volte viaggiavo in auto, soprattutto in inverno, quando le strade erano vuote. Percorrevo quasi 400 chilometri al giorno. Quando andavo in treno, invece, dovevo alzarmi mezz’ora prima, attorno alle quattro e mezza. Calcolate che rincasavo poco prima delle otto di sera».

Qualità di vita – Secondo lo studio dell’economista Bruno Frey, il pendolarismo eccessivo influenzerebbe in maniera determinante la qualità di vita delle persone. In Svizzera, nel 2014, i pendolari che ogni giorno dovevano affrontare una trasferta superiore ai 45 minuti erano 300.000. Quelli che viaggiavano anche più di un'ora 290.000. Una cifra leggermente in calo rispetto al 2010. Numeri alla mano, Nicola è un personaggio quasi da record. «Tutti mi chiedevano come facevo a riuscirci. In effetti penso sia stata una bella follia. Il fatto è che io vivevo a Lucerna ormai dal 2009. Poi a un certo punto ho conosciuto l’amore. Mi sono fidanzato con una ticinese…»

La scelta – E così i due pianificano la convivenza a Taverne. Con un’incognita. «Io non ero ancora riuscito a trovare lavoro in Ticino. E quindi ho deciso di non mollare la mia scrivania a Lucerna. Avrei fatto il pendolare. Anzi, il super pendolare. Inizialmente vedevo tutto con grande entusiasmo. Mi alzavo alla mattina con grande energia».

Stanchezza logorante – I primi disagi arrivano con l’arrivo dell’autunno. E con il calo delle ore di luce. «Lì è subentrata anche la stanchezza, che poi non mi ha più abbandonato. Non riuscivo a trovare il tempo per i miei hobby o per stare con gli amici. In settimana non riuscivo proprio a fare nulla. Neanche a uscire a bere qualcosa con un conoscente. Un peso per una persona attiva come me, amante dello jogging, della palestra e del nuoto. Dovevo confinare ogni attività ricreativa al sabato e alla domenica. La situazione era veramente diventata logorante».

Costi e passatempi – Senza contare i costi. «Avevo l’abbonamento generale per i mezzi pubblici, costato 3600 franchi per un anno. Poi c’erano da calcolare 800 franchi al mese per benzina e parcheggi. Insomma, le trasferte mi costavano parecchio. Cosa facevo durante il tragitto? In treno sonnecchiavo o leggevo. In auto mettevo la musica, in particolare i Muse, e mi armavo di pazienza».

Sfida personale, ma limitata – Non ha rimpianti, Nicola. Giura che lo rifarebbe. «Ma una cosa del genere la puoi reggere solo per un periodo limitato. L’avevo presa come una sfida personale inizialmente. Prima o poi, però, ti rendi conto che ne può risentire la salute. E allora decidi di dare una nuova svolta alla tua vita».

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