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VAUD/TICINO «Prendevo 6000 franchi, sono finito a fare il commesso»

23.02.17 - 10:45
Angelo R., tecnico farmaceutico, ha lasciato il canton Vaud allettato da un'agenzia interinale: una volta tornato a Chiasso, però, lo attendeva una realtà amara
tipress
«Prendevo 6000 franchi, sono finito a fare il commesso»
Angelo R., tecnico farmaceutico, ha lasciato il canton Vaud allettato da un'agenzia interinale: una volta tornato a Chiasso, però, lo attendeva una realtà amara

CHIASSO - Per Angelo R.* alla fine è andata bene così, tutto sommato. «Volevo tornare in Ticino, ero stufo di stare in Romandia». A che prezzo, però? Il 50enne di Coldrerio, tecnico farmaceutico altamente specializzato, è un'altra vittima delle promesse spregiudicate di un'agenzia di collocamento. «Nel canton Vaud avevo uno stipendio di oltre 6000 franchi in un'azienda farmaceutica» racconta. «Senza contare i bonus». Un consulente interinale di Chiasso, però, gli prospetta un impiego analogo nella città di confine. Lui accetta.

Commesso al supermercato - «Era l'occasione per tornare a casa. Per qualsiasi ticinese questo non ha prezzo. Ho tirato un respiro e mi sono buttato». Una volta trasferitosi in Ticino, però, la sorpresa. Il consulente tergiversa: dietro tante promesse, si rivela una realtà amara. «Il lavoro non c'era». Dopo molte insistenze Angelo - che essendosi licenziato non aveva nemmeno diritto alla disoccupazione - si è dovuto accontentare di un posto da commesso in un supermercato, paga oraria: 15 franchi netti all'ora.

Pagati a provvigione - Il caso non è unico: dopo la storia della famiglia Signorelli, raccontata da tio.ch-20minuti, sono giunte in redazione diverse segnalazioni. «Mio marito ha lasciato un posto di lavoro sicuro in Italia fidandosi di un noto agente interinale luganese» racconta una lettrice. «Doveva lavorare in una concessionaria d'auto, ma sono rimaste solo promesse». A finire sotto accusa è il meccanismo dei pagamenti a provvigione: i consulenti sono incentivati a reclutare più candidati possibile, e il rischio è che non si preoccupino di dipingere un mercato del lavoro più roseo del reale.

«Non tutte le agenzie sono così» - C'è però anche chi spezza una lancia a favore delle agenzie. «Il fenomeno descritto è tangibile e reale» scrive Valerio Pasqualini, direttore di Protempore. «Ma non tutti lavoriamo così. La differenza la fanno le persone. Noi trattiamo i lavoratori con etica, e anche per questo fatichiamo a crecere». 

Il gap con la Svizzera - Il caso del nostro Angelo, per fortuna, è andato a finire bene - o non troppo male. «Dopo un anno di ricerche finalmente ho trovato un posto presso un'azienda farmaceutica nel Mendrisiotto» racconta. Le condizioni salariali, però, sono ben diverse dal canton Vaud. «Non solo per il salario, la metà: circa 3500 franchi, e me li sono fatti bastare. Ma in Romandia avevo l'auto aziendale, abbonamento in palestra e piscina, colazione gratuita e una mensa aziendale che sembrava un ristorante» ricorda. «Qui abbiamo dovuto fare una colletta fra dipendenti per comprare un forno a microonde».

* nome noto alla redazione

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