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CANTONELa rinascita del turismo ticinese: «Il nostro segreto? È questo qui»

22.02.17 - 06:03
Più Facebook, più Instagram, ma anche più Airbnb: «Non è vero che ruba clienti agli alberghi, ne porta di più»
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Un raduno di Instagramer ai castelli di Bellinzona.
Un raduno di Instagramer ai castelli di Bellinzona.
La rinascita del turismo ticinese: «Il nostro segreto? È questo qui»
Più Facebook, più Instagram, ma anche più Airbnb: «Non è vero che ruba clienti agli alberghi, ne porta di più»

BELLINZONA - Prendi quel +4,9% di pernottamenti che fa un po' specie, davanti al -0,3% media svizzera. O quei «22mila Ticino Ticket distribuiti in un mese, per di più in bassa stagione, con cui viaggiare liberamente se si soggiorna qui». Numeri che sembrano premiare le strategie messe in atto per rilanciare il turismo nel cantone: 100mila visitatori in più lo scorso anno, dopo i meno 133mila nel 2015. Qualcosa è cambiato: ma che cosa? Come? «Il risultato è dovuto alla convergenza di due fattori», spiega Elia Frapolli, direttore di Ticino Turismo.

Direttore, quali?

«Il primo è esterno e rende il Ticino un caso particolare in questo momento. A livello europeo, la paura degli attentati terroristici ha spostato i flussi di turismo. La Svizzera, oggi, è vista come un luogo sicuro e di qualità». 

La Svizzera però perde, il Ticino recupera. Come si spiega?

«Il Ticino è agevolato perché si trova a sud delle Alpi. La sua posizione esercita una maggiore attrattività rispetto al resto del Paese. Per esempio sui tedeschi, che per tradizione si spostano verso il Mediterraneo: l'incremento è del 10,3%».

Il secondo fattore?

«Stiamo raccogliendo i primi frutti del cambiamento strutturale cui abbiamo dato inizio. Gli alberghi hanno investito molto, c'è una nuova generazione che dimostra di crederci. Le stazioni ferroviarie vengono rinnovate. In un certo senso, si è messo in moto un circolo». 

Che cosa resta da fare, ancora?

«Non bisogna interromperlo. Bisogna continuare a investire, a tutti i livelli. Gli albergatori che non l'ha ancora fatto devono cominciare. Le infrastrutture vanno migliorate. Si può fare qualcosa in più anche con gli eventi. Materiale su cui lavorare ce n'è».

Internet?

«È uno dei primissimi canali che abbiamo sfruttato e che continueremo a sfruttare. Non solo il sito, ma i social network: fondamentali per il passaparola. Se si ha un prodotto di qualità da offrire, su internet viaggia velocissimo. Ma la qualità dev'essere la premessa. Altrimenti non funziona».

Il Ticino ce l'ha?

«Comincia ad arrivare. E dunque la promozione online è imprescindibile, rispetto a qualche anno fa appena. Ticino Turismo, per esempio, ha una persona che si occupa al 100% di questo. I contenuti vengono preparati per essere condivisi sui social. I giornali, le radio, la tv oggi non bastano più».

Ma neppure Facebook: l'anno scorso avete puntato su Instagram.

«È vero. Abbiamo portato qui persone con molti follower, così che con i loro scatti potessero diffondere nel mondo la nostra immagine. Quest'anno faremo altrettanto. Organizzeremo altri "Instatrip", con fotografi di Belgio e Olanda. Oggi contano i cosiddetti "influencer del web"».

Dal web arrivano anche presunte minacce. È vero che Airbnb ruba clienti agli alberghi?

«No. Porta altri turisti. È un fenomeno in crescita, non monitorato, del quale non abbiamo cifre esatte. Ma non rosicchia nulla agli alberghi: i numeri del 2016 lo dimostrano».

Fra tanti che si scagliano contro la sharing economy, qualcuno che la vede di buon occhio?

«Io vedo il mondo che avanza. E la sharing economy non si fermerà».

Gli albergatori non sono felici. Lei sì?

«L'importante è che non si faccia concorrenza sleale».

Benvenuta Airbnb?

«A patto che abbia le medesime regole, oneri e doveri».

Cos'altro vede nel 2017?

«Il 2017 sarà l'anno vero di AlpTransit. Le nostre risorse marketing al momento sono concentrate su quello. Finora, è stato un eccellente biglietto da visita per noi. Abbiamo in serbo anche altre iniziative. L'azione carta Cumulus sta per concludersi, a marzo partirà l'azione Raiffeisen con sconti dedicati. E a Pasqua prenderà il via "On Board Concierge Service"».

Di che cosa si tratta?

«Di un servizio di accoglienza del turista prima ancora che arrivi in Ticino, con steward sul treno disponibili a dare consigli sul soggiorno a chi sia interessato. Poi c'è sempre il Ticino Ticket, che da questo gennaio consente ai turisti che pernottano in alberghi, ostelli della gioventù e campeggi di muoversi liberamente in tutto il cantone».

È troppo presto per provare a dire come sta andando?

«In un mese sono stati distribuiti 22 mila ticket. Un ottimo risultato, tanto più se consideriamo che ci troviamo in bassa stagione».

Nella scelta delle strutture dove soggiornare, crescono o i 5 stelle o i 0-2 stelle. Si va verso questa dicotomia? Anche il turismo mostra che la classe media è morta?

«Forse è un po' esagerato vederla così. Non dimentichiamo che tutte le categorie crescono, chi più chi meno. Fra l'altro, nella categoria "zero stelle" sono comprese anche le strutture altrimenti non classificabili, come i bed & breakfast: che sono molto di moda e a volte anche di lusso. Non sempre le stelle sono sinonimo di prezzo. Oggi il turismo è molto flessibile».

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