Settimana scorsa un falso annuncio di lavoro “ufficiale” prometteva un posto da custode, numerose le persone raggirate
LUGANO - «Gentilissimo utente, con la presente la informiamo che il suo curriculum vitae è stato proposto e accettato dal datore di lavoro». Non è difficile immaginare la gioia di un disoccupato che, aprendo una mail, legga queste parole. Soprattutto per il fatto che il mittente è «L’ufficio di collocamento e la camera di commercio italo-svizzera», un ente che, si legge, «ha la carica di pubblico ufficiale ed unico che monitorizza (sic) il mercato del lavoro in Svizzera».
Il logo del Ticino - In allegato vi è anche una sorta di pre-contratto con tanto di logo «Repubblica e Cantone Ticino, Ufficio di collocamento». Il presunto datore di lavoro è l’Hotel Parco Paradiso, lo stipendio «1’900 euro al mese più straordinari», pagati 11 euro all’ora. «Inizio lavoro 12/03/2017». Per concludere la pratica non resta che chiamare il numero indicato che, purtroppo, parrebbe essere a valore aggiunto. Quest’oggi, però, risulta non più raggiungibile.
Nessun lavoro - Il “fortunato” aspirante custode dopo aver rischiato il salasso telefonico, decide di contattare l’albergo, ed ecco la conferma: si tratta di una truffa. La direzione del Parco Paradiso ci conferma come siano state almeno una ventina le persone ad averli contattati per il posto da custode. La struttura ha denunciato la situazione alla Sezione del lavoro.
Denuncia - Un problema che l’amministrazione conosce da tempo, già un anno fa erano avvenuti episodi simili. In alcuni casi si chiedeva addirittura ai candidati di versare una somma di denaro per assicurarsi l’impiego. Ed è dell’anno scorso anche una denuncia che il Consiglio di Stato ha sporto denuncia per truffa e violazione della Legge federale sulla protezione dello stemma della Svizzera e di altri segni pubblici. Il suggerimento a chi si imbatte in annunci di questo tipo, che riportano diciture come «Ufficio di collocamento» o «Pubblico ufficiale», è quello di rivolgersi agli Uffici regionali di collocamento o alla Sezione del lavoro, per assicurarsi sulla bontà della comunicazione.