Singolare marchio creato da due donne. È il simbolo del rilancio di un territorio troppo spesso definito depresso. Samuele Censi, presidente della Regione Moesa: «Novità in vista»
GRONO – Dalla Mesolcina al resto del mondo, con il cuore. Si chiama tainershop ed è il marchio modaiolo creato, a Grono, da Hsaskia Landrini Cereghetti, 37 anni, e da Manuela Franchi (56), due donne residenti nella regione. Mica poco per un territorio periferico e, più volte, definito depresso da media e opinione pubblica. Il concetto: un salottino aperto mezza giornata a settimana. Oppure su appuntamento. La possibilità di bersi un caffè con calma. «E soprattutto – spiega Landrini Cereghetti – di divertirsi creando le proprie scarpe o i propri abiti personalizzati, con materiali particolari».
Fuori dal gregge – Crea il tuo stile, esci dal gregge. È questo il motto che contraddistingue la simpatica iniziativa. «Abbiamo aperto da pochi mesi – dice Franchi –. Ma stiamo già esportando il marchio a Roma e a Zurigo. A breve aprirà lo shop online. E si potrà acquistare anche dall’estero con carta di credito. L’idea è quella di portare un po’ di Mesolcina nel resto del pianeta».
L’amore sopra ogni cosa – Non solo. Il marchio ha come simbolo l’amore. «Anche quello per sé stessi – puntualizza Landrini Cereghetti –. Una persona viene da noi e può prendersi del tempo per la propria persona. Può fare le cose con calma. Oltre a scarpe e vestiti, proponiamo anche oggettistica. Ad esempio, la possibilità di imprimere un nome sul ferro battuto».
Nuovi scenari per la regione – Il progetto è stato salutato positivamente da Samuele Censi, presidente della Regione Moesa. «Ben vengano iniziative creative e artigianali come questa». E, in un certo senso, l’idea segna indirettamente e simbolicamente l’inizio della svolta per la valle del Grigioni italiano. «Nei prossimi 4-5 anni – fa notare – ci attendiamo grossi sviluppi. La costruzione della galleria San Fedele a Roveredo apre nuove scenari. Perché c’è il sedime della vecchia autostrada A13 che andrà riqualificato. Lì potranno sorgere spazi residenziali, un nuovo autosilo e attività commerciali. So che alcune grosse catene si sono fatte avanti concretamente».
Niente dormitorio – La popolazione di Mesolcina e Calanca conta circa 8500 abitanti. Il tasso di disoccupazione è piuttosto basso, tra il 2 e il 3%. Ma occorre sottolineare che buona parte dei lavoratori è pendolare ed è dunque attiva professionalmente in Ticino. «La nostra non vuole essere una regione dormitorio – sostiene Censi –. È un’etichetta che non meritiamo e che non vogliamo più avere. Anche la riapertura degli impianti sciistici di San Bernardino porterà a ulteriori sviluppi. Ci saranno ammodernamenti da parte delle strutture alberghiere. È ipotizzabile una ripresa importante dal punto di vista occupazionale».
Più vivi che mai – Censi difende la propria regione anche per quanto riguarda l’insediamento di nuove imprese. «Da qualche tempo, tanto per fare un esempio, a Lostallo è attiva un’azienda di produzione del salmone. E all’orizzonte si profilano altri nuovi progetti, di cui per ora non posso anticipare nulla. Certo, anche noi abbiamo qualche lacuna. Ci mancano infrastrutture sportive. E non abbiamo nemmeno un campeggio. Va anche detto che la bocciatura del progetto del Parc Adula ci ha tolto delle opportunità. Però, nonostante questo, siamo vivi più che mai».