Sui social network si moltiplicano gli appelli per boicottare la tassa, aumentata a sorpresa nel 2017. Intanto, il Fronte Automobilisti Ticino invita alla calma: «Puntiamo a farvi risarcire»
CAMORINO – "Che nessuno paghi l'imposta di circolazione". È solo uno dei tanti appelli lanciati su Facebook contro l'aumento della tassa deciso a inizio anno dal Cantone. Mossa che ha suscitato una valanga di critiche verso la Sezione cantonale della circolazione. A cui di recente è anche giunto il reclamo ufficiale del Fronte Automobilisti Ticino, guidato da Andrea Censi. «Sono settimane di grande mobilitazione – sostiene Censi –. In Ticino centinaia di conducenti sono furiosi».
Una decisione imprevista – La comunicazione ufficiale è arrivata a inizio gennaio. Con l'imposta di circolazione 2017 ad aumentare di colpo mediamente del 7,9%. La novità riguarda 135mila veicoli su 225mila. Vale a dire tutti quelli entrati in circolazione dopo il primo di gennaio 2009. Una mossa per coprire il disavanzo, aveva commentato il ministro di giustizia Norman Gobbi. Una riduzione dello sconto sugli ecoincentivi.
Il caso di un giovane luganese – Il problema sta nella tempistica. Chiedetelo a Francesco V., giovane luganese. Nell'autunno del 2016, su consiglio del garagista, decide di cedere la sua auto e di acquistarne una nuova. Le emissioni di CO 2 della nuova auto: 129 grammi/km. «La immatricolo il 28 novembre – spiega il giovane –. In quel preciso momento beneficio di uno sconto del 50% sull'imposta di circolazione. Grazie all'ecoincentivo».
Doccia fredda – A inizio gennaio, la doccia fredda. Si annuncia l'aumento della tassa. «Le auto con emissioni nella fascia compresa tra i 120 e i 130 grammi al chilometro vengono definite senza sconto. E così la mia tassa passa da 336 franchi annui a 672. Se l'avessi saputo prima, forse avrei scelto l'auto in maniera diversa».
Anche i venditori erano ignari – Ed è proprio l'aspetto temporale a infastidire la maggior parte dei conducenti alleatisi con Censi e con il suo fronte. «Una decisione del genere – ribadisce Censi – avrebbe necessitato di un largo preavviso. C'è molta rabbia. È stato penalizzato sia chi godeva dei bonus, sia chi aveva un malus. Il provvedimento è stato preso in fretta e furia. Anche i venditori di auto erano ignari di cosa sarebbe accaduto».
Invito alla buonsenso – Mentre si attende una presa di posizione ufficiale da parte della Sezione della circolazione, Censi fa una riflessione sulle campagne spontanee lanciate da alcuni sui social network. «Non pagare l'imposta di circolazione sarebbe un errore. Si rischia di passare dalla parte del torto. Io invito tutti a pagarla. E con il nostro fronte lotteremo affinché, in un secondo tempo, i cittadini vengano risarciti. Inoltre vogliamo che, in vista del 2018, il tema venga assolutamente ridiscusso. Qualsiasi sarà la risposta che arriverà dalla Sezione della circolazione, noi andremo avanti a suono di ricorsi».