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CANTONEI giorni della merla sono arrivati in anticipo, ora è tempo di pollini e allergie

19.01.17 - 20:33
Fine del gelo da sabato e la natura si risveglia. Come pure i fastidi per gli allergici
I giorni della merla sono arrivati in anticipo, ora è tempo di pollini e allergie
Fine del gelo da sabato e la natura si risveglia. Come pure i fastidi per gli allergici

LUGANO - Le gelide temperature di questi ultimi giorni hanno le ore contate. Dal fine settimana è previsto infatti un rialzo delle temperature, primo passo verso la fine di questa parentesi da brividi.

Un anticipo dei giorni della merla - Come ci confermano i meteorologi di Locarno Monti, insomma, i giorni della merla (gli ultimi tre di gennaio che dovrebbero corrispondere a quelli più freddi dell'anno), quest'anno sarebbero arrivati in anticipo. «Dopo qualche settimana con temperature sotto medie stagionali, ritorniamo sopra lo zero. Dovremmo lasciarci queste fredde temperature alle spalle, per quest'anno», spiegano i previsori.

E se un clima più mite non può che essere accolto a braccia aperte, la proverbiale altra faccia della medaglia non esita a manifestarsi facendo storcere (e pizzicare) il naso a più d'uno. Quello che è un timido lasciarsi alle spalle l'inverno corrisponde infatti a un risveglio della vegetazione.

È tempo di pollini - Se per la temuta betulla bisogna ancora attendere, i pollini del nocciolo hanno già iniziato a farsi sentire. «Le reazioni della popolazione allergica sono quelle canoniche: raffreddore da fieno, prurito agli occhi e maso che gocciola», ci spiega l'esperta Elena Altoni. «Sintomi da non confondere con l'influenza - aggiunge -. Quest'ultima, piuttosto, può indebolire il corpo e rendere più sensibili agli allergeni».

E considerato che, come aggiunge Altoni «Una persona su cinque sviluppa allergie ai pollini (che in un ambiente inquinato tra l'altro sono anche più aggressivi)», passata l'epidemia influenzale di questi giorni, i fazzoletti non saranno affatto archiviati. «Dopo il nocciolo, arrivano i pollini dell'ontano, seguiti da quelli del pioppo, del frassino e della betulla. Per non parlare delle temutissime graminacee. E così senza sosta fino ad ottobre».

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