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PONTE TRESA«Senza questa valigetta papà sarebbe vivo»

13.01.17 - 10:03
Abusi di farmaci: il caso di un 73enne innesca la polemica sulla prevenzione. I famigliari: «Valutiamo azioni legali».
«Senza questa valigetta papà sarebbe vivo»
Abusi di farmaci: il caso di un 73enne innesca la polemica sulla prevenzione. I famigliari: «Valutiamo azioni legali».

PONTE TRESA - Sono diffuse in tutto il Ticino. Proposte dagli spitex come «una sicurezza» contro l'abuso (anche volontario) di farmaci da parte dei pazienti. Le valigette per la custodia a domicilio di medicamenti, però, non sono “a prova di malintenzionato”. Ne sanno qualcosa i famigliari di Y.S., 73enne di Ponte Tresa: l'uomo, assistito per disturbi depressivi dal Servizio cure a domicilio del Luganese (ScuDo), è deceduto a seguito di un'overdose di farmaci nel novembre 2015. Il suicidio è stato accertato dalla Procura, che esclude responsabilità di terzi.

La polemica - La famiglia tuttavia, studiate le carte, solleva dei dubbi sulla prassi. «Ci avevano proposto la cassetta con combinazione segreta come strumento sicuro per impedire l'assunzione autolesionistica dei medicamenti, che si trovavano a casa» affermano i famigliari. Come è riuscito Y.S. ad aprire la valigia? Nei registri infermieristici si legge in più punti che «il paziente cerca sempre di spiare il codice». Alla fine, sarebbe riuscito a scoprirlo.

«Valutiamo azioni legali» - «Si poteva e doveva intervenire sulla procedura. Stiamo valutando un'azione legale» incalzano i famigliari, che in generale mettono in discussione «l'efficacia dell'utilizzo delle valigette in casi simili».

Scudo abbandona le valigette - Giriamo la domanda a ScuDo. Il direttore Enrico Conte precisa che «la pratica di custodire i farmaci a domicilio in valigette di sicurezza era la norma in presenza di pazienti a rischio». A seguito dell'episodio, però, S cuDo «ha abbandonato la custodia dei medicamenti a domicilio e le valigette tout cour. Ora i farmaci vengono gestiti in sede con la supervisione e il controllo da parte di un farmacista secondo un protocollo specifico». La soluzione delle valigette, va detto, è praticata da tutti gli spitex. La decisione di utilizzarle «spetta al personale medico in base ai singoli casi ed è sottoposta a controlli» fa sapere il Medico cantonale Giorgio Merlani.

«Ci sono alternative» - La locarnese Alvad, ad esempio, opta per la custodia in sede dei farmaci «nei rari casi di pazienti con tendenze suicide» spiega il direttore Gabriele Balestra. Lo stesso vale per la momò Acd: «Le valigette con combinazione restano un'ottima soluzione soprattutto in caso di pazienti malati di Alzheimer» concordano i direttori Brian Frischknecht e Sabrina Revolon. «Certo non si tratta di una cassaforte. Anche noi abbiamo avuto tentativi di scasso da parte di pazienti, in un caso con successo (ma senza esito tragico, ndr.). Per questo nelle situazioni a rischio preferiamo procedure diverse». 

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