Una decisione municipale si trasforma in un boomerang per le autorità. Polizia sommersa da richieste per potere organizzare eventi musicali. Intanto si pensa al parziale dietrofront
LOCARNO – «Volevo organizzare una festa danzante per Capodanno. E la polizia mi ha imposto regole ridicole. Alle 23 stop alla musica. Semplice sottofondo fino alla una. Poi tutti a casa». Lo sfogo di un cittadino di Locarno sta facendo il giro del Ticino. E rivela una situazione fattasi imbarazzante per le autorità locali. Fino a ottobre 2015 ogni esercizio pubblico non dotato di insonorizzazione poteva chiedere l’autorizzazione per organizzare al massimo 12 eventi musicali all’anno. Da quando il limite è stato tolto, la polizia comunale si trova confrontata con centinaia di richieste al mese. «È così – ammette il comandante Silvano Stern –. Ora sembra che tutti vogliano fare festa. Compresi parecchi privati. E noi non possiamo dare l’autorizzazione a tutti. Anche perché poi dall’altra parte ci sono i cittadini che reclamano perché la quiete non viene rispettata».
L’eccezionalità diventa routine – È un fenomeno paradossale, quello con cui si trova confrontata la Città di Locarno. «L’eccezionalità sta diventando la regola – conferma Niccolò Salvioni, capo del Dicastero sicurezza –. Non pensavamo che la soppressione di questo limite potesse portare a una simile situazione. Da una parte possiamo dire di avere avuto successo. Avevamo preso questa misura per vivacizzare la vita della città. Ci siamo, però, resi conto che ci sono dei problemi. Soprattutto in questo periodo, legato alle imminenti festività. Adesso dovremo correre ai ripari».
La rabbia di chi è in regola – Troppe domande. Un’infinità. «Ci sono ristoranti che ci inoltrano 15 richieste al mese. E siamo noi a dovere valutare caso per caso», sospira Stern. A questo va aggiunto un altro dettaglio. Non da poco. I gerenti dei locali dotati di insonorizzazione sono agitati. Per non dire nervosi. Il motivo? Si rendono conto di avere investito centinaia di migliaia di franchi per potere proporre determinati eventi musicali oltre le 12 serate all’anno previste precedentemente dall’ordinanza, quando in realtà ora chiunque può ricevere l’autorizzazione per farlo. Anche chi, per l’impianto contro l’inquinamento fonico, non ha investito nulla.
Contingente in vista – «Capiamo questi malumori – dice Salvioni –. Con il fatto che non ci sia più un quantitativo massimo, tutti si sentono di potere avanzare una richiesta. È una palude. Probabilmente dovremo valutare nuovi scenari. Forse fisseremo un contingente annuo per ogni locale, a seconda della singola situazione. Stiamo lavorando per colmare questo vuoto legislativo».