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BELLINZONA-COMO«Il Duomo di Milano è romanico?». Polemica sul test-Lia

06.12.16 - 16:38
Artigiani in agitazione contro l'albo cantonale. I criteri di selezione «sono del tutto insensati»
tipress
Un momento della manifestazione anti-Lia a Bellinzona
Un momento della manifestazione anti-Lia a Bellinzona
«Il Duomo di Milano è romanico?». Polemica sul test-Lia
Artigiani in agitazione contro l'albo cantonale. I criteri di selezione «sono del tutto insensati»

BELLINZONA-COMO. La polemica sulla Lia, la legge sulle imprese artigiane voluta dal Ministro Zali, esce dai confini ticinesi. Dopo il ricorso della Comco e le proteste degli artigiani nostrani, ora è la volta di quelli d'oltre confine. Ad accendere la miccia, i dati pubblicati oggi dal Corriere di Como e resi pubblici dalle associazioni di categoria italiane. Vediamoli.

Sono 4mila le domande presentate a oggi all'albo artigiano. Di queste, 3300 dal Ticino e 685 dall'estero (per lo più dall'Italia). I numeri sono stati forniti a tio.ch-20minuti direttamente dalla Cna Como-Lecco, che a sua volta li ha ricevuti dal Dipartimento del territorio nel corso di un incontro tenutosi nei giorni scorsi.  Cifre interessanti, se si considera che la legge è entrata in vigore da appena due mesi. 

Ancor più interessante, però, è il numero delle domande accolte. Appena 1050 in tutto. Di queste, 952 provenienti dalla Svizzera, 98 dall'Italia. Fatti due calcoli, sono state iscritte all'albo soltanto il 28 per cento delle aziende ticinesi che ne hanno fatto domanda. Nemmeno una su tre. Proporzione che scende a uno ogni sei (14 per cento) per le aziende italiane.

Le reazioni? Già a settembre gli artigiani ticinesi erano scesi in piazza a Bellinzona, per protestare contro «una legge che di fatto blocca oltre duemila imprese ticinesi impedendo loro di lavorare» aveva dichiarato il portavoce dell'associazione Rete Ticino, Lorenzo Marconi. Ora tocca ai "colleghi" italiani.

«Siamo di fronte a un pasticcio insensato» commenta Enzo Fantinato della Cna di Como. «La legge voleva tutelare le aziende svizzere, in realtà ha creato un ginepraio che sta facendo arrabbiare moltissimo sia le aziende svizzere che quelle italiane. Ci sono altre forme, altri metodi per risolvere i problemi transfrontalieri».

Gli aneddoti si sprecano: «A un falegname che ha fatto domanda per la Lia è stato chiesto, in sede di esame, se il Duomo di Milano fosse un esempio di architettura gotica o romanica. Se i criteri sono questi, è evidente che siamo fuori strada. E sono applicati tanto agli italiani, quanto ai ticinesi». 

La soluzione? L'iscrizione alle agenzie interinali. Che non a caso, come segnalato durante il tavolo riunitosi nei giorni scorsi, hanno visto crescere in modo esponenziale gli iscritti negli ultimi due mesi. 

 

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