Per ritrovare il piacere di guidare, «serve un radicale cambio di mentalità». Lo dice l’ideatore di guidaprudente.ch
LUGANO - Scrivere un messaggio e perdere il controllo del veicolo. Oppure per la fretta premere sull’acceleratore e bruciare tutte le precedenze. Troppo spesso sulle strade si assume un comportamento inadeguato che rischia di mettere in pericolo più vite. «I conducenti dovrebbero invece rendersi conto che ci vuole un radicale cambio di mentalità, un ritorno al comportamento da scuola guida» ci dice allora Antonello Olgiati, ideatore di guidaprudente.ch, un sito pensato proprio per promuovere la voglia di ritrovare il piacere di guidare. «Lo scopo - continua - è anche quello di sensibilizzare gli utenti della strada sul fatto che lo Stato reagisce di conseguenza alle nostre azioni».
Convinti di avere la precedenza - Al volante la fanno da padrone, secondo il nostro interlocutore, la distrazione (dall’utilizzo del cellulare alla ricerca della stazione radio preferita e alla musica troppo alta), la sottovalutazione delle condizioni meteorologiche e la guida non preventiva. «Molti conducenti sono convinti di avere sempre la precedenza, di aver sempre il controllo del veicolo (grazie alla tecnologia di sicurezza passiva e attiva) e si scordano che ci sono dei limiti imposti dalla fisica i quali non permettono, in definitiva, comportamenti di guida portati all’estremo».
Troppo veloci o senza cinture - Si parla quindi di comportamenti che vengono sottovalutati. «La fretta - afferma Olgiati - ci fa per esempio pigiare di più sull’acceleratore o ci spinge a non rispettare il diritto di precedenza del pedone che vuole attraversare sulle strisce o, ancora, ci fa “tirare” il giallo al semaforo». Gli errori al volante sono inoltre dovuti alla distanza insufficiente dal veicolo precedente, alla stanchezza sottovalutata o alla mancanza dell’equipaggiamento invernale. «E ci sono ancora troppi conducenti e passeggeri, in modo particolare quelli seduti sui sedili posteriori, che non si allacciano le cinture di sicurezza» aggiunge il nostro interlocutore.
Pene più severe? «È colpa nostra» - E nel frattempo lo Stato inasprisce le pene nei confronti degli automobilisti indisciplinati. «Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che siamo noi gli artefici delle reazioni che lo Stato applica nei nostri confronti per aumentare la sicurezza sulla strada». Olgiati parla infatti di una mentalità che tende «a volere sempre dare la colpa agli altri, colpevolizzando la polizia, la giustizia e infine lo Stato». Insomma, dovremmo ricordarci «che siamo tutti stati alunni di una scuola guida che ci ha insegnato, oltre al resto, che le regole vanno rispettate» conclude.