La direttrice generale: «Non si chiude, si trasforma»
Dal 2010 in Ticino sono stati chiusi 39 uffici postali tradizionali. Uffici postali che sono stati sostituiti da agenzie (+27 nel nostro cantone, sempre dal 2010) o dal servizio a domicilio (+12). «Bisogna parlare di trasformazione, perché noi diamo un'alternativa ai clienti» sottolinea Susanne Ruoff, direttrice generale de La Posta, in un'intervista rilasciata a 20 Minuten. E questa trasformazione continuerà anche nei prossimi anni: fino al 2020 sul territorio nazionale saranno eliminati tra i 500 e i 600 uffici postali tradizionali. Un taglio che toccherà 1¦200 dipendenti. L'obiettivo del gigante giallo è tuttavia quello di offrire più punti d'accesso, passando dagli attuali 3¦700 a 4¦000. «La clientela cambia – spiega ancora Ruoff – sempre più spesso si vogliono effettuare operazioni postali anche dopo le 17».
Ma cosa succederà nella Svizzera italiana? Per ora non è dato saperlo, come ci dicono da La Posta, perché l'azienda darà dapprima spazio al dialogo con i Cantoni e i Comuni, nonché con la popolazione. «Nella primavera del 2017 avremo una lista di quelle filiali che saranno sicuramente mantenute» ci spiega il portavoce. E conclude: «Puntiamo a una rete che risponda alle esigenze dei clienti e che sia finanziabile».
Ecco lo smart button - Non ci sono soltanto le agenzie e il servizio a domicilio tra le alternative future del servizio postale. Si parla infatti anche di uno smart button, ossia un pulsante che trasformerà la propria bucalettere in un punto d'accesso: basterà premerlo per richiedere al postino il ritiro di una lettera o di un pacchetto. Il progetto è stato presentato ieri a Berna e, stando a La Posta, sarà testato nel corso del prossimo anno.