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LUGANO«E pensare che da ragazzino mi vergognavo del mestiere di mio padre»

27.10.16 - 10:01
Torna la stagione delle caldarroste, la storia di Giovanni Scozzari, 68 anni, maronatt di Piazza Dante: «Tra i miei clienti anche Dario Fo, il mio idolo»
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«E pensare che da ragazzino mi vergognavo del mestiere di mio padre»
Torna la stagione delle caldarroste, la storia di Giovanni Scozzari, 68 anni, maronatt di Piazza Dante: «Tra i miei clienti anche Dario Fo, il mio idolo»

LUGANO - Ogni mattina, attorno alle dieci, si presenta in Piazza Dante, a Lugano. Con le sue pentole, con i sacchi di carbone. Con le sue castagne. Quella di Giovanni Scozzari, 68 anni, è la storia di un uomo quasi invisibile. Una vita spesa a portare avanti la passione del padre. E a lottare, silenziosamente, contro quell’etichetta. «Ho origini siciliane – spiega – della zona di Agrigento. Non sono un maronatt doc. Però lo faccio col cuore. Da oltre quarant'anni».

La vita in due metri quadrati - Un osservatorio privilegiato, racchiuso in un fazzoletto di due metri quadrati. Giovanni è lì da quattro decenni. E prima di lui c’era papà Salvatore. «E pensare che da ragazzino io mi vergognavo del mestiere di mio padre. Alla scuola cantonale di commercio i compagni mi prendevano in giro. Molti, infatti, erano benestanti. Ma non è l’unico pregiudizio con cui sono stato confrontato. Sono nato e cresciuto in Ticino. Però ho sangue meridionale. E all’epoca essere meridionale in Svizzera era dura. Alcuni ti guardavano storto».

Via dall’ufficio - Ha un lato romantico, la storia di Giovanni. Inizialmente lavora per quattro anni come contabile, in un ufficio. «Erano i tempi della speculazione edilizia». A un certo punto si rende conto che quel mondo gli dà la nausea. «Ho deciso quindi di andare a Ginevra, a studiare storia dell’arte all’università. Volevo qualcosa di più umanistico».

Il fascino dell’indipendenza - Ma a una manciata di esami dalla laurea, la vita di Giovanni cambia rotta. «Vedevo mio padre lavorare con le castagne. Ed ero affascinato dal contatto che aveva con la clientela e dalla sua indipendenza. È lì che ho deciso di mollare gli studi e di fare quello che mi sussurrava il cuore».

L’incontro con il mito - Nel cassetto dei ricordi, tanti momenti suggestivi. «Come l’incontro con Dario Fo, trent'anni fa. Lui era il mio idolo. Lo è sempre stato. Si trovava a Lugano per uno spettacolo. Quando me lo sono ritrovato di fronte, non ho esitato. Gli ho regalato un sacco di castagne. Mezz’ora più tardi, è ritornato con il testo autografato di una sua pièce teatrale. Ricordo il suo entusiasmo. Un’altra persona forse non lo avrebbe fatto. Lui, invece, era dotato di una grandissima umanità».

Tempi che cambiano - Mezzo secolo di storia luganese, nelle parole del sessantottenne residente a Vezia. «Una volta vendevi castagne fino alle nove di sera. Adesso il centro dopo le 18 si svuota. La gente non ci vuole più vivere, purtroppo. E alla domenica Piazza Dante è spesso vuota. Fa male ammetterlo. I clienti? Sempre gentili e riconoscenti. Ma noto tantissima fretta, sono presi dallo stress. Alcuni mi fanno la comanda mentre stanno al telefono. Poi c’è la crisi da considerare. Oggi la mamma che ha due figli fa più fatica a comprare due sacchetti di castagne. Spesso ne acquista solo uno».

Una grande moglie - Sposato con Jaqueline, e padre di due figlie, Giovanni parla poi di sua moglie. «In inverno ho sempre fatto il maronatt. In estate, fino a diciotto anni fa, portavo avanti un chiosco di famiglia sul lungolago. Ma se non ci fosse stata mia moglie, ex insegnante di tedesco alle scuole medie, non avrei potuto fare una vita così indipendente. La devo ringraziare».

Lo strano percorso - Una valanga di aneddoti. Dal turista che non ha mai mangiato una castagna e che la ingoia con la buccia ai clienti affezionati che si presentano in piazza quasi giornalmente da più generazioni. Fino alla curiosità più singolare. «A me le castagne non piacciono neanche più di tanto. Anzi, se tutti i clienti fossero come me andrei in fallimento. Da bambino rubavo le caldarroste a mio padre e le smerciavo con i compagni di scuola in cambio di matite colorate. La vita è proprio strana. E io lo posso dire forte».

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COMMENTI
 

GI 7 anni fa su tio
spero tanto che questa "figura" possa resistere ancora per molti anni !!!! Chissà mai che una delle figlie non diventi la prima marunat "a" ??

Homer_Simpson 7 anni fa su tio
Con le dovute differenze Giovanni è un po il Jürg dell'autunno, 2 miti di Lugano :-)

sedelin 7 anni fa su tio
giovanni, le tue castagne che mangiamo da sempre sono le migliori. la tua presenza umile e riservata che nasconde una signorilità d'animo é motivo di allegria. continua più che puoi e grazie che sei sempre lì a scaldare l'aria e il cuore.

lo spiaggiato 7 anni fa su tio
Le castagne sono buone però fanno scureggiare... e come dice il vecchio proverbio: tromba di cu.lo sanità di corpo... :-))))))

negang 7 anni fa su tio
Mi unisco agli altri ! Le sue castagne sono le migliori. Rarissimo trovarne una bacata, quando fa la pesata ne butta dentro sempre una in più del peso richiesto. Gesto sempre apprezzato. Vi invito a fare un confronto diretto con altri venditori per accorgervi di persona della differenza con la sua merce.

Goldfinger 7 anni fa su tio
Un mito!!!! Mi ricordo già 30 anni fa quando facevo l'apprendista in centro a Lugano, lui era presente, l'originale, l'unico, tutti gli altri arrivati dopo e sono solo brutte copie. Avanti così! E grazie delle ottime castagne, le migliori in assoluto.

Numeri primi 7 anni fa su tio
complimenti per il coraggio che hai avuto nel portare avanti un sogno!! Anche io sono un tuo affezionato cliente e ogni volta mi gusto questo fantastico frutto che con tanta maestria è amore prepari!!

davidi81 7 anni fa su tio
complimenti!!!ma non è ora di andare in pensione e lasciare spazio ai giovani?!?!(è solo una domanda senza cattiveria)poi una piccola riflessione quella lì si che è una bella attività e anche parecchio redditizia con quello che costano!!duro lavoro non dico di no!!son contento per lui!!

Frankeat 7 anni fa su tio
Risposta a davidi81
ma dai, mi sembra esagerato parlare di "parecchio redditizia"

bobà 7 anni fa su tio
Risposta a davidi81
Certo, è una bella attività con dei bei risvolti umani, ma anche dei sacrifici. Tutti i giorni, freddo, vento, acqua, sabato e domenica compresi. Non penso che sia poi tanto redditizia. Proprio come quello del contadino (non in senso hockeyistico) Certo che prima o poi andrà in pensione, ma mi chiedo proprio chi sostituirà Giovanni? Davide, prova a proporti, di sicuro Giovanni c'ha già pensato e ti ascolterà!

davidi81 7 anni fa su tio
Risposta a Frankeat
sarei curioso di sapere di che cifra si parla in pochi mesi!!Son certo che spesso un piccolo "buco" di spazio dove hai pochissime spese, nessun dipendente da pagare ( contributi ecc) materia prima economica...rendono molto di più in proporzione rispetto a mega ditte...ma il tutto davvero senza cattiveria e invidia.

Bibo 7 anni fa su tio
Risposta a davidi81
"materia prima economica"... bhè...non è che le castagne costino proprio nulla, dipende dagli anni... Parecchio redditizio? forse (ma ho i miei dubbi) e se così fosse ci sarebbe la fila per prendere il suo posto (e quello di molti altri che smettono....), penso che se si calcolasse il ricavato/orario di lavoro prenderebbe di più facendo pulizie... :-)

SSG 7 anni fa su tio
Risposta a davidi81
è talmente redditizio che a Lugano ci sono più Marunat rispetto a chi lavora in banca....

patrick28 7 anni fa su tio
ma vai in pensione !

davidi81 7 anni fa su tio
Risposta a patrick28
$$$$$e secondo me pure tanti$$$ :-)

Bibo 7 anni fa su tio
Risposta a patrick28
e perchè mai dovrebbe? se a lui va bene così... o pensi che ci sia la fila per prendere il suo posto...

sedelin 7 anni fa su tio
Risposta a patrick28
come sei distruttivo e negativo! fai tanta pena.

bobà 7 anni fa su tio
Giovanni, ha ragione, la piazza si svuota! La piazza è piena di "spüzeta" che sfoggiano l'ultimo smartphone, la giacchetta alla moda, bevono aperitivi dell'ultimo grido, e non esitano a parlar male di chi scende dalla Val Colla; e poi, all'ultimo minuto, salgono sulla loro costosissima auto piena di cilindri inutili e spariscono. Sono quelli che si lamentano del prezzo del filetto da 100Fr avendo in mano un telefono da 1000 seduti in un auto da 100'000! Anch'io quando aiutavo mio padre a portare i fiori con il carretto al mercato un po' mi vergognavo; ho scelto un percorso professionale molto diverso da quello di mio padre, ma mi sono pentito! Lei continui a fare il suo lavoro a testa alta, senza stress, a contatto con la gente, regalando sorrisi a chi non ce l'ha più! Grazie per la sua presenza, umile ma molto utile

KilBill65 7 anni fa su tio
Risposta a bobà
Ben detto!!...Pensi che da bambino mi ricordavo del padre di Giovanni che vendeva le castagne sempre nello stesso posto di dove sta ora!!.....

giova70 7 anni fa su tio
Risposta a bobà
Condivido quasi tutto, ma ricordati che chi ostenta tanta ricchezza sono il nulla, i VERI ricchi non ostentano, e quelli che hai descritto non lo sono! in dialetto della valcolla si dice, che a voltai col cu in su in ghena miga vun chi cunta du!

Lourmarin 7 anni fa su tio
Risposta a bobà
bravo

Jimmy69 7 anni fa su tio
Risposta a giova70
Bellissima questa, non l'avevo mai sentita... e rende bene l'idea ;-)

Frankeat 7 anni fa su tio
Ma guarda te il caso. Proprio qualche giorno fa gli ho chiesto da quanti anni era lì, perché me lo ricordo fin da quando ero bambino. E visto lo stato di forma che si ritrova a 68 anni (gliene darei 10-15 in meno), direi che per i prossimi 40 anni le castagne più buone di Lugano sono assicurate. Un vero simbolo della città. Grazie Giovanni.

navy 7 anni fa su tio
Signor Giovanni, la prossima volta che passo da Lugano, verrò stringerle la mano! Stia bene.
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