Sindacati e patronato scommettono sui periodi di prova in azienda, anche di pochi giorni e per chi ha già esperienza: «Servono a conoscersi». Al via programmi di collocamento intensivi nel commercio
LUGANO - Non sempre la teoria è tutto. Anzi, a volte è davvero poca cosa. Troppo poca, addirittura: vedi impiegati di commercio, dove «trova più facilmente lavoro chi svolge un apprendistato duale - osserva il direttore Nicola Giambonino - di chi ha frequentato una scuola a tempo pieno».
«Manca la pratica» - Più completa dal punto di vista culturale, meno formativa da quello della pratica. Specie in un settore che va controcorrente: «Il fenomeno della disoccupazione ha toccato di recente livelli attorno al 3% - osserva il capo ufficio misure attive della sezione lavoro Felix Lutz - E in Ticino quest'anno il tasso è più basso che nel resto della Svizzera. Ma il commercio fa eccezione: le sue difficoltà sono in aumento. È l'unica categoria qualificata che fa così fatica a entrare nel mercato del lavoro e ha sempre un numero di disoccupati fra gli 800 e i mille: perché manca la pratica»».
Quadruplicare gli stage - Ecco spiegato il motivo per cui il Ticino ha deciso di scommettere sugli stage: e di incrementare la collaborazione fra sindacato e patronato, già attivi dal 2010 con il progetto Restart. Un sostegno al collocamento partito con il settore vendita, allargatosi poi al commercio e ora in procinto di venire aggiornato e implementato. Se nel 2014 gli stage sono stati 120, 86 l'anno successivo, per il 2017 se ne auspicano 450: o almeno questa è la capacità di accoglienza del nuovo percorso dove sono saranno avviate attività specifiche da svolgersi nell'arco di un mese invece di tre, con stage in azienda più brevi, di cinque giorni al massimo.
Conoscersi, per piacersi - Il tempo utile a conoscersi, piacersi: anche sul lavoro. Dopo dieci anni trascorsi a fare a barista, così Maria ha trovato finalmente il lavoro per cui aveva studiato; allo stesso modo, Michelle lavora ormai da un anno e mezzo. in fondo lo stage altro non è che «un'arma», dice Thomas Robbiani, coach al Centro di formazione professionale di Lugano. «Un periodo di prova. Si dà prova di se stessi, si piace, si viene assunti: anche da chi, magari, prima non avrebbe scommesso un centesimo su di te. Conoscersi è fondamentale: soprattutto in un periodo in cui la percentuale di annunci di lavoro pubblicati sui media è in diminuzione».
Un'arma: ma "solo" nel 40% dei casi - Nel 40% dei casi, l'incontro si trasforma poi in contratto.«Un tasso di riconversione interessante», osserva Giuseppe Rauseo, responsabile del Cfp. Eppure, offerta ai profani, la percentuale sembra dire che ancora molto resta da fare. Si comincia nel 2017.