Mentre esplode il numero dei ticinesi senza lavoro che beneficiano di una rendita, spunta lo strano caso di un marocchino già condannato per un’infinità di reati
LUGANO - Esplodono i numeri dell’assistenza in Ticino. Stando alle ultime recenti statistiche, sono ben 7'812 le persone che beneficiano di una rendita. E fino a fine luglio c’era anche una persona che, forse (il condizionale è d’obbligo), la rendita non l’avrebbe più meritata. Si tratta di un cittadino di origine marocchina che, stando a una sentenza del Tribunale federale pubblicata a inizio novembre 2015, avrebbe dovuto essere espulso dalla Svizzera. Sul suo conto, 105 attestati di carenza beni, una decina di condanne e 49 procedure.
Hotel pagato dallo Stato - Secondo testimoni attendibili, l’uomo avrebbe continuato a risiedere fino a fine luglio in una stanza di un noto hotel di Besso. E questo da inizio settembre 2015, dopo lo sfratto da un appartamento di Massagno. Ora, dopo la sospensione della rendita da inizio agosto, abiterebbe ancora a Besso, in una sede non ben precisata.
Infrazioni a non finire - In passato l’uomo, padre di due figli, era stato sposato con una cittadina svizzera. Nel 2008 il Dipartimento delle istituzioni aveva deciso di non rinnovargli il permesso di dimora. E non solo per il fatto che il marocchino non avesse lavoro. Tra il 1998 e il 2007, infatti, l’uomo era stato più volte colpito da multe e pene detentive, sospese condizionalmente, per vari reati nel campo degli stupefacenti e delle infrazioni stradali.
Un’esistenza sul filo - La decisione di espulsione, confermata dal Consiglio di Stato, era stata annullata nel 2009 dal Tribunale cantonale amministrativo (Tram). E questo perché l’uomo aveva momentaneamente ritrovato un lavoro. È nel 2013 che il Dipartimento delle istituzioni ha deciso nuovamente di non rinnovare il permesso di dimora al marocchino, nel frattempo di nuovo senza impiego e ancora scivolato nel limbo dell’assistenza. Una decisione, stavolta, confermata anche dal Tram.
Condanna definitiva - A nulla è valso l’appello dell’uomo al Tribunale federale. Per i giudici federali il “curriculum giudiziario” presentato dal cittadino marocchino non avrebbe ammesso eccezioni. Di conseguenza, ecco la condanna definitiva, pronunciata a inizio novembre del 2015. Nel frattempo, tuttavia, l’uomo non ha mai lasciato la Svizzera. Anzi. Avrebbe continuato a vivere a Lugano e a percepire l’assistenza.
Tante domande - Prossimamente l’uomo dovrà presentarsi sia davanti al giudice di pace, sia in pretura a Lugano, per due distinte questioni. Perché? E perché non ha mai lasciato la Svizzera, come ordinatogli da più autorità? E, ancora: perché ha continuato a percepire l’assistenza, nonostante la decisione del Tribunale federale?
Un caso che resta aperto - Al Dipartimento delle istituzioni vige il segreto professionale. E nessuno intende rilasciare informazioni sul caso specifico. Mentre all’Ufficio cantonale del sostegno sociale, per ora, non è stato possibile avere informazioni. L’impressione, tuttavia, è che la questione sia tutt’altro che chiusa.