Cerca e trova immobili

CANTONE«Nuova inquietante notizia dalla Valle Morobbia»

29.08.16 - 12:30
L'Associazione per un Territorio senza Grandi Predatori chiede di salvare l'allevamento e la caccia dopo la nuova cucciolata riscontrata negli scorsi giorni
Ufficio Caccia e Pesca
«Nuova inquietante notizia dalla Valle Morobbia»
L'Associazione per un Territorio senza Grandi Predatori chiede di salvare l'allevamento e la caccia dopo la nuova cucciolata riscontrata negli scorsi giorni

BELLINZONA - Almeno tre lupetti nati in Valle Morobbia nel 2016. La notizia, accolta con felicità dagli amanti degli animali, ha fatto pure storcere il naso da alcuni. È il caso dell'Associazione per un Territorio senza Grandi Predatori (ATsenzaGP) che in un comunicato stampa odierno definisce «inquietante» la notizia giunta dalla Valle Morobbia.

La notizia dell’avvistamento, tramite fotocellule piazzate dai guardiacaccia di una nuova cucciolata di lupi - secondo l'associazione non deve meravigliare. «Sarà purtroppo così anche nei prossimi anni. Nel Calanda siamo già arrivati alla quinta cucciolata».

L'associazione è molto preoccupata per la predazione degli animali che pascolano sulle alpi e sui monti da maggio a novembre. «Non potrà far altro che aumentare.  Il 2015, con 46 capi predati, accertati secondo l’analisi del DNA, è stato l’anno peggiore. Il 2016 non è ancora terminato e, purtroppo, possono ancora capitare diversi "fattacci", da qui al mese di dicembre».

La triste conseguenza sarà - secondo l'ATsenzaGP - l'abbandono di alpi e monti e la diminuzione delle aziende agricole che allevano capre e pecore secondo metodi tradizionali. «Esse permettono di fabbricare ottimi prodotti (molto apprezzati), di gestire anche i territori più marginali, di assicurare un’ottima qualità di vita ai nostri animali e di mantenere un po‘ di vita anche nei villaggi più periferici delle nostre valli».

«È questo lo scotto che dovremo pagare alla protezione assoluta del lupo, anche se non più a rischio di estinzione, prevista dalla legislazione federale. Siamo disposti a tanto?» si interroga l'associazione.  E aggiunge ulteriori domande. «Dove sono finiti i cuccioli dello scorso anno di cui non si sente più parlare? Saranno emigrati altrove (in Italia? Nel Canton Uri?) a fare danni, a suscitare rabbia e sconforto tra gli allevatori, a ricevere fucilate tra le orecchie. I genitori di questi cuccioli ed ora anche i piccoli arrivati di cosa vivono? Visto che recentemente non ci sono state notizie di attacchi ad animali di reddito, non resta che pensare alla selvaggina. Infatti i cacciatori, in certe zone del Ticino, continuano a constatare un vistoso calo dei capi presenti. Quindi oltre alle aziende di allevamento dovremo sacrificare anche la caccia. La posta in gioco è questa».

Esserne coscienti è già qualcosa. Saper reagire, cambiando la legislazione, sarebbe ancora più saggio.

L’Associazione per un Territorio senza Grandi Predatori sezione Ticino conclude ricordando che, in caso di necessità, può offrire il proprio sostegno agli allevatori colpiti. Essi sono invitati a contattare i seguenti recapiti telefonici: 091 851 90 93 oppure 079 412 32 17.

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE