Sono 325 le adesioni alla richiesta di bloccare il progetto imprenditoriale che porterebbe a Novazzano 300 posti di lavoro
NOVAZZANO - «No al call center». Si fanno sentire gli oppositori all'azienda che occuperà gli spazi all'interno dell'ex Hanro. E lo hanno fatto ieri, consegnando la petizione «Per una Novazzano del vivere giusto» con 325 firme di cittadini preoccupati. Come riferisce LaRegioneTicino, la preoccupazione maggiore che spinge questi cittadini ad opporsi a questo progetto è da ricercare nel timore di un aumento ulteriore del traffico motorizzato e problemi di ordine di sicurezza stradale.
La creazione di 300 posti di lavoro non pare entusiasmare troppo i residenti, rassegnati ormai all'idea che la collocazione sia stata scelta per la vicinanza al confine, i vantaggi fiscali, la disposizione di un vasto bacino di lavoratori a prezzi vantaggiosi a due passi dal confine.
Un altra iniziativa imprenditoriale che arriva dall'estero che, come avevano già osservato la Sezione della Svizzera Italiana dell'ATA Associazione Traffico e Ambiente e l'Associazione Cittadini per il territorio, si va inserire in un contesto territoriale già saturo e che, «a parte le ricadute fiscali dirette, legate per lo più alle imposte alla fonte, lascia poco al nostro territorio, sia in termini di posti di lavoro, cha in termini di ricaduta economica complessiva».
Oltre ai cittadini che hanno firmato la petizione, l'Ata e i "Cittadini per il territorio", ci sono anche le resistenze dei vicini. Come rileva LaRegione, sono 15 finora le opposizioni giunte sul tavolo del Municipio, chiamato ora a pronunciarsi sulla trasformazione degli spazi all'interno dell'ex Hanro, in zona Cügn.